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COSENZA – Il 22 aprile è scaduto il termine massimo per le regioni relativo al recepimento del nuovo piano triennale per le liste d’attesa. Un piano che stabilisce tempi certi per tutte le prestazioni e mette a giudizio l’operato dei manager, così tanto da poter rischiare il posto in caso di risultati insoddisfacenti.

Ma nella Calabria del decretone (LEGGI DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SVOLTOSI A REGGIO CALABRIA), dove i manager sono in attesa di essere totalmente azzerati per altri motivi su decisione dei commissari, del piano nazionale sulle liste d’attesa non se ne vede neanche l’ombra.

A dire la verità sono soltanto cinque le Regioni in tutta Italia che hanno dato seguito alle disposizioni del ministero della Salute (Puglia, Marche, Emilia Romagna, Valle D’Aosta e Basilicata), nonostante il 21 febbraio scorso ci fu la stipula di una intesa in conferenza Stato-Regioni.

Ma dal ministero ancora non si ha notizia del riparto dei 350 milioni di euro che dovrebbero essere divisi tra Enti per ammodernare la rete tecnologica relativa alla gestione delle prenotazioni, non è quindi tutta colpa della Regione. Sta di fatto che i tempi definiti dal piano per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali parla chiaro. 72 ore di tempo per la classe U (urgente), 10 giorni massimo per la classe B (breve), trenta giorni per le visite e sessanta per gli accertamenti diagnostici per la classe D (differibile) e 120 giorni per la classe P (programmata). In quest’ultimo caso fino al 31 dicembre valgono ancora i classici 180 giorni.

Fuori da queste cifre i direttori generali dei vari presidi rischiano di perdere il posto. In Calabria, a pochi mesi dall’ultimo controllo effettuato dal Quotidiano, nulla sembra essersi mosso per il verso giusto.

L’Asp di Catanzaro ha aggiornato i suoi dati fino a febbraio 2019. Qui ci sono oltre duecento giorni di attesa in classe P per una Esofagogastroduodenoscopia, 173 giorni (poco sopra la soglia limite) per un ecocolordoppler, 204 giorni per una rettoscopia e oltre 270 per una visita neurologica. Sono invece 257 i giorni di attesa per una ecografia al collo per controllo linfonodi.

Vibo ancora una volta senza uno sbaffo. Le liste d’attesa sono aggiornate a marzo 2019. Da segnalare però l’oltre anno di attesa all’ospedale di Tropea per un ecocolordoppler e i 190 giorni per una ecografia all’addome o i 278 giorni da aspettare per un elettrocardiogramma a Nicotera.

Crotone invece sembra essere quasi un’isola felice rispetto alle altre Asp, con una media di ottanta giorni di attesa su tutte le prestazioni programmabili.

Reggio Calabria, nonostante si sia portata avanti con l’aggiornamento delle informazioni deve fare i conti con i 286 giorni previsti per una biopsia della tiroide, i 200 giorni da attendere per una colonscopia, 320 giorni per una ecografia cardiaca e i 288 per una visita diabetologica di controllo.

A Cosenza le cose non vanno meglio, ce ne vogliono 204 per una visita diabetologica, 156 giorni per una colonscopia all’ospedale di Cetraro, 242 per una mammografia bilaterale.

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