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TAVERNA – Pare non ci siano dubbi anche se il sostituto procuratore presso il Tribunale di Catanzaro Graziella Viscomi ha disposto che sui resti del povero A.F vengano effettuati tutti gli accertamenti del caso, l’uomo si sarebbe ucciso con un rudimentale ordigno fatto brillare sull’uscio di casa, a Taverna, in una mattina di fine settembre (LEGGI LA NOTIZIA).

67 anni, celibe, una vita difficile, segnata della sofferenza fisica e psicologica causata da una grave malattia invalidante ed oggi da un carcinoma che, a sentire i parenti, non sapeva ancora di avere; ma la vita di quest’uomo, spesso sorridente nonostante tutto, ricordato con affetto da molti è stata caratterizzata anche da due grandi passioni: la musica, che ascoltava quasi ossessivamente ed i fuochi di artificio che col tempo aveva imparato a costruire da solo; in molti in paese lo ricordano appassionarsi ai grandi fuochi artificiali di Natale o delle feste patronali tavernesi. Ieri mattina ha realizzato un ordigno rudimentale, come aveva fatto molte altre volte, si è seduto sui gradini davanti casa, presumibilmente con la bomba in grembo e si è fatto saltare per aria.

Al vicino di casa, svegliato di prima mattina dal forte boato ed accorso immediatamente, si è parato davanti uno spettacolo raccapricciante, il povero uomo, riverso su un lato con l’addome completamente sventrato; l’ordigno realizzato in assoluta autonomia, come testimoniano anche i resti dei manufatti pirotecnici rinvenuti all’interno dell’abitazione, ha provocato una deflagrazione avvertita in tutto il quartiere; immediati i soccorsi dei sanitari del 118 che non hanno potuto che constatare il decesso di A.F, della squadra dei Vigili del Fuoco di Catanzaro, dei carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Leonardo Loiacono, di quelli della Compagnia di Soveria Mannelli con a capo il Capitano Francesco Zangla e del nucleo investigativo di Lamezia Terme guidato dal Maggiore Donato Pontassuglia.

Una tragedia che avrebbe potuto assumere contorni ben più gravi, considerato che quel tratto di strada al mattino, tra gli altri, è frequentato anche da bambini che si recano a scuola. La tesi del suicidio pare essere avvalorata dal ritrovamento di un accendino accanto al cadavere e, all’interno dell’abitazione, di più di uno scritto nei quali l’uomo avrebbe reso nota la sua volontà di togliersi la vita. Gli esami sulla salma e le indagini per individuare chi possa aver fornito ad A.F. il materiale esplodente nei prossimi giorni riveleranno altri particolari su questa terribile morte che ha sconvolto la comunità tavernese.

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