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Il policlinico di Catanzaro

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CATANZARO – Metti un reparto ospedaliero che ha la strumentazione adatta a fare un determinato esame medico ma non ha il tecnico. Metti un altro reparto, affine, che nella stessa struttura ha invece il tecnico che potrebbe utilizzare quella stessa strumentazione ma non ce l’ha a disposizione nel suo reparto. Quindi lo stesso esame non viene fatto né in un reparto, né nell’altro.

È una storia apparentemente bislacca e paradossale quanto reale ed è il perfetto esempio di come a volte i meccanismi della sanità calabrese rischino di incepparsi in maniera sciocca, creando disservizi che sarebbero invece semplici da evitare. La vicenda ha come teatro il Policlinico universitario “Mater Domini” e le Unità Operative interessate sono quelle di Audiologia ed Otorino. La strumentazione “pomo del disservizio” è l’audiometro e l’impedenziometro.

Si tratta della strumentazione base per fare un esame audiometrico tonale. In pratica un esame di routine. Eppure da diversi mesi non è possibile poter fare questo esame. Di fatto accade che Audiologia è dotata della strumentazione necessaria ma non ha l’audiometrista. Di converso, Otorino ha l’audiometrista ma non ha la strumentazione. Al di là delle ragioni più o meno dettagliate e delle situazioni più o meno condivisibili che hanno portato a questa situazione non può che essere una cosa che suscita ilarità. E che fa sorridere amaro. Perché creare e determinare un disservizio che sarebbe davvero facilmente evitabile? Come? Almeno in due modi. Il primo è l’acquisto della strumentazione da dare in dotazione all’Unità Operativa di Otorino.

Il secondo è l’utilizzo congiunto, fino all’espletamento della gara, della strumentazione in dotazione ad Audiologia. Trattandosi della stessa azienda e di branche affini non potrebbero esserci problemi reali. Ed infatti c’è la piena disponibilità del commissario straordinario aziendale, Giuseppe Giuliano, che al Quotidiano del Sud ha riconosciuto l’esistenza di questo problema e spiegato il suo impegno già attivo per la risoluzione.

«Posso dire che per quel che riguarda la parte amministrativa – ha affermato – ho già autorizzato l’acquisto della strumentazione. Devono però partire le gare, che hanno tempi più lunghi». Ed è chiaro che una gara non può essere espletata in una o due settimane. Allo stesso tempo, però, si è pensato di proporre al commissario una soluzione tampone. Ed è stata il buon senso a suggerirla. Fino a che non sarà espletata la gara, la situazione più ottimale sarebbe quella di creare una turnazione tra i due reparti. Del tipo che nei giorni dispari l’ambulatorio e la strumentazione rimarrebbe a disposizione dell’Unità Operativa di Audiologia e nei giorni pari a disposizione dell’Unità Operativa di Otorino. E così ne guadagnerebbero i pazienti e l’aumento di esami fino ad ora paralizzati. E Giuliano anche su questo ha dimostrato ampia disponibilità.

«Mi sembra una soluzione percorribile – ha affermato ancora – anche perché tutto è possibile se c’è l’incontro delle volontà. Da questo punto di vista sarebbe indispensabile che venisse presentata un’istanza con cui si richiede ufficialmente una soluzione del genere». Nessuna polemica da montare, dunque. Nessun sensazionalismo. Anche la Calabria può e deve essere terra della ragione, del buon senso e del pragmatismo. E sono questi tutti i tratti di cui è rivestita una vicenda quanto spiacevole e strana tanto di facile risoluzione. Per il bene di tutti. E l’auspico è che in tempi brevissimi possa essere già approvata questa soluzione tampone in attesa dell’acquisto della strumentazione. Così che ripartano prestazioni e assistenza.

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