X
<
>

Il policlinico universitario Mater domini di Germaneto

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – Il Dpcm per “sanare” lo status giuridico dell’Azienda ospedaliera Mater Domini non è necessario. E anzi il commissario Occhiuto adesso dovrà rettificare tramite decreto quanto contenuto nello stesso programma operativo.

È questa la sintesi dell’ufficio legislativo del ministero della Salute sulla vicenda legata alla fusione delle aziende Pugliese Ciaccio e mater Domini nell’Aou “Renato Dulbecco”. Cambia il ministro e cambiano le regole, fu lo stesso ministero al Tavolo Adduce a ritenere “condivisibile” l’ipotesi di Dpcm per chiarire e correggere il fatto che l’Azienda Mater Domini è nata utilizzando un passaggio di legge dichiarato incostituzionale due anni prima. Aspetto che lo stesso Occhiuto sottolinea nella richiesta di parere inoltrata al ministro Orazio Schillaci e al capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute, Massimo Lasalvia.

Ora cambiano le carte in tavola. L’ufficio legislativo fa esplicito riferimento alla modifica dell’articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 502 del 1992 dopo la sentenza della Corte costituzionale, modifica che disponeva alle regioni la possibilità di costituire in azienda “i presidi ospedalieri in cui insiste la prevalenza del percorso formativo del triennio clinico e delle facoltà di medicina e chirurgia, i presidi ospedalieri che operano in strutture di pertinenza dell’università”.

Una “potestas” che ha portato alla costituzione dell’azienda ospedaliera Mater Domini tramite legge regionale. E dunque “appare venir meno – si legge nel documento dell’ufficio legislativo – il presupposto fondante l’assunto circa la pretesa nullità dell’atto di costituzione dell’Aou Mater Domini”. L’altro aspetto è puramente temporale: l’Azienda opera da trent’anni, quindi il “vizio di legittimità dell’atto istitutivo” è in ogni caso “sanato, stante l’ineluttabile decorso di uno spatium temporis di oltre trenta anni”.

C’è poi da tenere in considerazione da cosa si parte: non si tratta infatti di costituire una nuova Azienda ospedaliera universitaria (come il caso di Cosenza e dell’Annunziata) ma di incorporare una già esistente con il Pugliese-Ciaccio. Il problema, dunque, è adesso del commissario ad acta che dovrà “eventualmente attivare un procedimento volto al riesame in autotutela del Dca” con il quale ha approvato il programma operativo. Bisognerà mettere mano al punto 10.1 tagliando “tutti i riferimenti alla necessità di ottenere i provvedimenti (due Dpcm e autorizzazione del ministero dell’Università) richiesti in caso di istituzione di nuove aziende ospedaliere universitarie” che “non appare ricorrere nella fattispecie in esame”.

IL DCA SULL’UNICAL

Nel frattempo Occhiuto tramite decreto recepisce la delibera di Giunta, sempre di ieri, sull’attivazione a partire dal priossimo anno accademico del Corso di laurea magistrale, a ciclo unico, in Medicina e chirurgia – TD (Tecnologie Digitali), Classe di laurea magistrale LM-41 Medicina e Chirurgia, dell’Università della Calabria. “Nonché la Deliberazione di Giunta Regionale 9 del 16/01/2023 con la quale, ad integrazione della succitata Deliberazione di Giunta Regionale n. 1 del 12/01/2023, sono state individuate le strutture di competenza regionale da mettere a disposizione dell’Università della Calabria per l’istituendo corso di studio come di seguito indicate: Azienda Ospedaliera di Cosenza; strutture Ospedaliere afferenti all’Asp Cosenza (Castrovillari, Cetraro-Paola, Corigliano-Rossano, Acri, San Giovanni in Fiore, Trebisacce); strutture medico-sanitarie afferenti all’Asp di Cosenza; Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico – Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani – IRCCS – INRCA Presidio ospedaliero di ricerca di Cosenza”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE