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Corte dei conti, quasi tutti da revisionare i bilanci del Pugliese-Ciaccio

CATANZARO – La Corte dei conti certifica in via definitiva i problemi legati ai bilanci dal 2016 al 2019 del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Nella deliberazione del 17 gennaio scorso dà sessanta giorni di tempo all’azienda ospedaliera di mettere mano ai vecchi documenti e correggere una serie di questioni non di poco conto. In primo luogo vanno riviste “le misure correttive intraprese sulla corretta tenuta della contabilità”, poi il riallineamento dei tempi di pagamento, la chiusura celere della circolarizzazione “di tutti i debiti e crediti i cui esiti saranno verificati nei prossimi esercizi” e un prospetto “che riporti le attività poste in essere per l’interruzione della prescrizione per i crediti risalenti sorti nel 2013 ed anteriori e un prospetto relativo alla riconciliazione a livello regionale dei rapporti di credito/debito tra le aziende che compongono il Ssr”. E ancora una stoccata alla Regione. Nelle disposizioni c’è anche l’accertamento “che le risorse, spettanti alle Aziende, siano trasferite (tramite Gsa) celermente in ciascun esercizio” e in chiusura una “obbligatoria valutazione dello stato dei rischi aziendali e dell’adeguatezza dei relativi accantonamenti in bilancio”.

I punti sono molteplici. L’intera analisi amministrativa sul triennio 2016/2018 è colma di irregolarità portate anche nell’esercizio 2019. La lista è lunga, perdite d’esercizio reiterate, ritardi nell’adozione dei bilanci, continue proroghe dei contratti aperti invece che nuove gare, proroga illegittima di contratti in scadenza del personale. Lo stesso piano di rientro aziendale richiesto al giorno d’oggi resta lettera morta, in attesa di approvazione da parte della Regione. Particolare rilievo sulle irregolarità contabili.

La Corte segnala una tenuta “irregolare” dei registri della cassa economale, pagamenti di fatture in ritardo, problemi “non rimossi” neanche nell’esercizio 2020. “La Sezione – si legge – osservando i risultati 2016/2019, rileva che le perdite registrate riguardano esercizi anteriori alla dichiarazione dello stato di emergenza, avvenuta nel 2020, laddove la perdita è stata quantificata per un ammontare pari a – 53.517.001,26 euro, determinando pertanto un peggioramento in termini percentuali dal 2016 al 2020 del 208%”.

Un dato che segue anche gli indicatori sui tempi di pagamenti. Nel 2020 il 73% era fuori soglia, nel 2019 ben il 94%. Tutte questioni che hanno alimentato un contenzioso però sottostimato dalla stessa azienda che, invece, ha stanziato un pugno di mosche rispetto ad un “contenzioso potenziale molto elevato”.

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