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Nicola Fiorita durante l'assemblea

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CATANZARO – La partita della facoltà di Medicina istituita all’Università della Calabria e il concreto avvio dell’Azienda unica “Dulbecco”, politicamente si gioca nel perimetro interno a Catanzaro. Lo racconta il “palleggio” di responsabilità e primogeniture, tanto di battaglie quanto di scelte più o meno sbagliate, che prende la forma di dichiarazioni: tanto quelle del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso quanto quelle del sindaco del Capoluogo di regione, Nicola Fiorita, aprendo l’assemblea pubblica sul tema che ha riempito la Sala concerti di Palazzo de Nobili.

Un sorta di “chiamata alle armi” della comunità intera, senza colore e appartenenze politiche, in vista del Consiglio comunale aperto convocato per lunedì 16 gennaio quando si sceglierà cosa fare concretamente per “difendere” la facoltà di Medicina nel capoluogo e per sollecitare la firma del protocollo d’intesa Regione-Università per la creazione dell’azienda ospedaliera unica “Dulbecco”.

Una adunanza, quella di ieri, che non era piaciuta tanto al presidente Mancuso che – in una dichiarazione racconta ieri mattina a margine dell’appuntamento con le elezioni del Consiglio delle autonomie locali alla Cittadella – non aveva risparmiato critiche all’indirizzo dell’amministrazione catanzarese.

«Io – dichiara Mancuso a margine delle elezioni del Consiglio regionale delle Autonomie locali alla Cittadella – ho l’impressione che, alzando gli obiettivi da parte di questo consiglio comunale, vogliano nascondere i problemi che affliggono i cittadini e per affrontare i quali sono stati votati. Questa maggioranza, anche se non è una vera maggioranza essendo elettoralmente una minoranza, vuole occuparsi di temi più grandi per nascondere la difficoltà nella gestione dei problemi della città. Questo di medicina è un falso problema, perché bisogna essere chiari. La legge sull’integrazione porta la mia firma, ed è incontrovertibile». Una specie di “polemica da distrazione di massa”, insomma.

«Penso invece che i catanzaresi abbiano capito che i problemi della città non sono in grado di risolverli e che si vogliano occupare di problemi più alti che non sono nella loro competenza, perché quello che doveva essere fatto è stato fatto, ed è inutile che mettano in discussione quanto fatto agitando un campanilismo che non giova a nessuno. La Calabria – dice ancora il presidente del Consiglio regionale – è l’ultima regione in Italia e in Europa, figurarsi se mi preoccupo se Cosenza o Reggio avranno altri 200 studenti di medicina: saranno 200 in più in Calabria ma non è che li perde Catanzaro. Solo chi fa falsa informazione può dire questo: Catanzaro non perde nulla, la Calabria guadagna studenti. A mio avviso, da parte di chi gestirà l’Università, il rettore o il futuro rettore ci dovrà essere la lungimiranza di ampliare l’offerta dei corsi. Non bisogna entrare in contrapposizione con gli altri territori, sarebbe da ignoranti – conclude Mancuso – non considerare qual è la situazione della Calabria».

«Chi ha scoperchiato il vaso lo richiuda e torniamo a ragionare collettivamente», dice invece il sindaco Nicola Fiorita nell’incontro di ieri pomeriggio che non è piaciuto a Mancuso. «Ci sono stati altri momenti in cui Catanzaro è stata chiamata alla mobilitazione, ma credo che sia la prima volta che il sindaco chiami a raccolta gli ordini professionali, gli intellettuali, le forze della società civile, e questo passaggio va letto insieme a quello che ci sarà lunedì con il Consiglio comunale. Credo che lunedì il Consiglio comunale darà al sindaco un mandato politico di tutelare la città, ma questo non basta e non mi basta, io credo che la città debba dirci che cosa dobbiamo fare».

Un incontro, quindi, che porta a «rivendicare l’esigenza di condurre una battaglia per le prerogative della città di Catanzaro». E se da parte del presidente della Regione Occhiuto «non sarà chiarito come sarà sviluppato il sistema universitario calabrese, siamo pronti a ricorrere alla giustizia amministrativa per l’annullamento di tutti gli atti finora prodotti». E al presidente del Consiglio regionale, Fiorita ha replicato: «Io faccio il sindaco e non il funzionario comunale, e voglio fare il sindaco per i prossimi anni, io faccio politica».

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