X
<
>

Morabito, Mascaro, Brugnano e Puccio

Condividi:
4 minuti per la lettura

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – «Dobbiamo ricordare tutte quelle vittime del dovere che non devono e non possono essere morte in modo vano». A distanza di trent’anni dall’omicidio del Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, avvenuto a Lamezia Terme il 4 gennaio del 1992, il sottosegretario di Stato all’interno Nicola Molteni, con un appassionato intervento, si è rivolto ai numerosi presenti al teatro Grandinetti di Lamezia Terme.

Soprattutto agli studenti: «I ragazzi – ha sottolineato – sono la speranza sulla quale deve poggiare il rilancio e la crescita del Paese».

Sono tre le riflessioni che Molteni ha sottoposto all’attenzione generale: «La memoria, il senso di gratitudine e di ringraziamento alle forze di polizia, il rispetto verso chi indossa una divisa. Quando muore un rappresentante delle istituzioni, se ne va – ha spiegato il Sottosegretario – un pezzo dello Stato e di ognuno di noi. Salvatore Aversa e Lucia Precenzano hanno anteposto alla propria vita il senso del dovere, dell’appartenenza e del sacrificio. Dobbiamo ricordarli per continuare a coltivare i valori di legalità, sicurezza e giustizia». E ha aggiunto: «Dobbiamo avere un senso di profonda gratitudine verso le forze dell’ordine e verso tutti coloro i quali indossano una divisa. In questi due anni complicati legati alla pandemia abbiamo chiesto sforzi enormi alle forze di polizia e per tali ragioni il ringraziamento che a loro rivolgiamo è duplice».

Ed ecco l’ultima delle tre riflessioni del Sottosegretario di Stato: «Chi mette le mani addosso ad un poliziotto, mette la mani addosso allo Stato. Ci vuole rispetto per le forze di polizia». Non è mancato, inoltre, un richiamo al ruolo della politica affinché metta nelle condizioni magistrati e forze dell’ordine di poter svolgere adeguatamente il loro gravoso compito. «La politica – ha detto – deve intervenire sulle assunzioni e dotazioni organiche e consentire alle forze dell’ordine di operare come sanno fare». E ha concluso: «Abbiamo la migliore polizia del mondo. Ognuno di voi ne sia orgoglioso».

Il convegno, moderato dal giornalista Simone Puccio, ha rievocato i drammatici fatti del 4 gennaio del 1992, che hanno segnato l’inizio delle stragi di stampo mafioso nel corso di un anno funesto per la storia del Paese. A Lamezia Terme il primo delitto efferato, quello di Salvatore Aversa e Lucia Precenzano. I funerali di giorno 5 gennaio si svolsero alla presenza del presidente della Repubblica Francesco Cossiga. «Occorre una grande rivolta civile e morale» disse il presidente Cossiga nell’occasione.

Il 7 gennaio del 1992 più di ventimila cittadini invasero Corso Numistrano e le vie del centro. La loro fu una richiesta di giustizia.

Il convegno di ieri al teatro Grandinetti è stato organizzato dalle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali Siulp e Fsp Polizia di Stato con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme. Tutti si sono stretti nel ricordo a Walter, Paolo e Giulia i figli dei coniugi Aversa. L’orchestra dell’Istituto Comprensivo Ardito-Don Bosco ha introdotto i lavori del Grandinetti con tre inni: il te deum, l’inno nazionale e l’inno alla gioia. Una scelta significativa dal momento che Lucia Precenzano ha insegnato in questo istituto. Presente anche la dirigente scolastica Margherita Primavera, la professoressa Valentina Greco e rappresentanti di studenti dell’Istituto Comprensivo Ardito Don Bosco. Hanno partecipato al convegno anche studenti appartenenti a diversi istituti scolastici della città. La studentessa Lucrezia Calacara dell’Istituto Ardito-Don Bosco in un elaborato ha ricordato i coniugi Aversa concludendo il testo con un secco “no alla mafia”. Gli studenti dell’istituto hanno, inoltre, consegnato dei lavori in memoria dei coniugi Aversa.

«Non dobbiamo rincorrere, ma anticipare le mosse della criminalità organizzata» ha evidenziato la Vice Capo della Polizia Maria Luisa Pellizzari, che ha portato anche i saluti del Capo della Polizia Lamberto Giannini. «È fondamentale – ha aggiunto – alimentare la cultura della legalità e della giustizia».

Il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha focalizzato il suo intervento sulla «memoria del sacrificio dei coniugi Aversa». Si sono registrati gli interventi al dibattito di Giuseppe Brugnano, segretario nazionale della Fsp Polizia di Stato, Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme, che ha sottolineato l’importanza della «cultura del rispetto delle regole», del questore di Catanzaro Maurizio Agricola, del prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta, di Antonio Montuoro, segretario della Commissione regionale anti-‘ndrangheta, Gianfranco Morabito, segretario provinciale Siulp, di Gianni Speranza, già sindaco di Lamezia Terme, dell’Onorevole Wanda Ferro, segretaria della Commissione Parlamentare Antimafia, di Valter Mazzetti, segretario generale FSP Polizia di Stato e Felice Romano, segretario generale Siulp. Presenti al convegno il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio, parlamentari, autorità civili, militari e religiose.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE