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I fumi della ex Legnochimica

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RENDE – Evitare l’esposizione diretta ai fumi delle persone e degli alimenti, questo è scritto nell’ordinanza del sindaco di Rende emanata ieri sera dopo che l’incendio divampato nei giorni scorsi nella zona della Legnochimica ha sviluppato dei fumi nei pressi delle vasche di decantazione.

Finestre chiuse, ma solo per precauzione anche se è inutile dire che i cittadini sono preoccupati per le sostanze nocive che si possono sprigionare. Tante le segnalazioni arrivate alla Procura di Cosenza da indurre, ieri mattina, il procuratore capo Mario Spagnuolo a recarsi personalmente sul posto e a effettuare una ispezione sul sito accompagnato dal pubblico ministero Antonio Tridico, dal prefetto Gianfranco Tomao e dai comandanti dei carabinieri forestali e della polizia municipale.

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È stato chiesto all’Arpacal un intervento per la valutazione della qualità dell’aria.

A seguito di questi incontri il sindaco Marcello Manna che ha la “competenza in materia di igiene e sanità” ha diramato nella tarda serata una ordinanza per tutelare la salute dei cittadini.

Nel novembre 2015 gli uomini del Nipaf del Corpo forestale dello Stato avevano sequestrato il sito (LEGGI LA NOTIZIA) per un’estensione di 90mila metri quadrati e ipotizzato un forte inquinamento di metalli pesanti nelle falde acquifere. Sempre nel 2015 l’autocombustione dei laghi della ex Legnochimica fece scattare nuovamente l’allarme per i rischi della salute per la popolazione (LEGGI UNO DEI TANTI ALLARMI LANCIATI PER IL RISCHIO DI UNA BOMBA AMBIENTALE ALLA EX LEGNOCHIMICA).

Ecco i divieti diramati dal Comune a scopo precauzionale e rivolti ai cittadini che vivono nelle aree interessate dai fumi prodotti dall’incendio. Innanzitutto “il divieto di esposizione diretta ai fumi; il divieto di esposizione di alimenti ed indumenti ai fumi; il divieto di raccolta e consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati ed esposti ai fumi; il divieto di pascolo degli animali nelle aree esposte ai fumi; il divieto di utilizzo di foraggi e cereali per alimentazione animale provenienti dall’area interessata ed eventualmente esposti alla ricaduta da combustione.

I prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione nei terreni posti al di fuori della predetta area, ma in zone immediatamente prospicienti, dovranno essere sottoposti prima della consumazione ad accurato lavaggio in acqua corrente e potabile”.

È da tanto che si spinge per una bonifica dell’area in cui sorge lo stabilimento dell’ex Legnochimica ma questa non è mai avvenuta nonostante i comitati sorti per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.

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Fino a tarda sera, proprio per cercare di capire e per adottare i provvedimenti più idonei, si sono susseguiti incontri in Procura, Prefettura e Comune. Ma per capire la portata del problema bisognerà attendere gli esiti dei rilievi dell’Arpacal che non arriveranno prima di lunedi.

Il Servizio tematico Aria del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal, guidato da Claudia Tuoto è intervenuto nella zona con il tecnico Arpacal Domenico Rotella che, insieme ai vigili del fuoco, ha posizionato un campionatore ad alto volume, in grado di acquisire molta aria da campionare in minore tempo e avere quindi un campione utile da analizzare. Dall’aria acquisita si potrà misurare la presenza di benzo[a]pirene, un idrocarburo cui la legislazione italiana ha fissato parametri sulla sua presenza in atmosfera. I campionamenti, fanno sapere dall’Arpacal, proseguiranno oggi, domani e lunedì. Ancora ieri sera dai “laghetti” aziendali si sprigionava un fumo acre e i vigili del fuoco hanno trascorso tutta la giornata per cercare di sedare i focolai ancora attivi. La situazione, come riferisce la Prefettura, è “attentemente e costantemente monitorata” anche dalla protezione Civile e che “al momento non risultano elementi che possano destare preoccupazioni particolari. I provvedimenti adottati dal sindaco sono a titolo meramente precauzionale”.

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