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I soccorsi dopo il deragliamento del treno a Paola

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PAOLA (COSENZA) – Perizie depositate e sequestro probatorio revocato. Adesso si attendono i lavori di messa in sicurezza della galleria ferroviaria “Santomarco”. Ieri mattina, presso la Procura della Repubblica di Paola, il sostituto procuratore della Antonio Lepre, in perfetta sintonia e sinergia con il procuratore capo Pierpaolo Bruni, ha disposto la revoca del sequestro probatorio della “Santomarco”, spiccando contestualmente il sequestro preventivo di urgenza della struttura.

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La revoca del primo provvedimento, infatti, è scattata nel momento in cui i periti nominati dalla procura paolana hanno concluso il loro lavoro, peraltro in tempi celeri, come disposto dai magistrati paolani, quindi non dovranno effettuare più alcuna altra operazione tecnica all’interno del tunnel. Contemporaneamente, tuttavia, la “Santomarco” è stata sequestrata con provvedimento “preventivo d’urgenza” in quanto «pericolosa».

GLI INDAGATI E LE CONTESTAZIONI DELLA PROCURA

Ciò vuol dire che, da questo momento, la “patata bollente” passa nella mani di Rete ferroviaria italiana, la quale dovrà mettere in sicurezza il tunnel per scongiurare altri pericolosi eventi “freddi”, come quello verificatosi il 6 dicembre scorso, allorquando un treno regionale partito da Cosenza e diretto a Paola, è “sviato”, provocando il ferimento di undici persone. Ed è andata bene. Ciò in quanto, come appurato dalla Procura di Paola, la galleria “Santomarco” versa in condizioni a dir poco drammatiche. Il consulente nominato dai dottori Lepre e Bruni – il professor Massimiliano Fraldi, napoletano, docente di ruolo di scienza delle costruzioni presso l’Università di Napoli “Federico II” (l’altro consulente si è occupato della scatola nera) – ha depositato una perizia i cui contenuti fanno rabbrividire.

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DEL TRENO NELLA GALLERIA SANTOMARCO

Dalla relazione del consulente tecnico è emerso che i binari erano fortemente corrosi, non solo nell’area del sinistro, dove un binario è pure saltato, ma in varie parti del tunnel. Ossidazione ovunque ed assenza di “sostegni di fissaggio” dei binari in più punti. Uno stato di pericolo rilevante, quindi, che avrebbe potuto far registrare eventi ben più gravi. E’ stato riscontrato, inoltre, distacco di materiale cementizio ai lati del tunnel, ma anche il crollo di una base in ferro, nonchè una frantumazione della rete metallica contenuta nella struttura.

E poi, ancora, come se ciò non bastasse, pericolosi infiltrazione di acqua con ristagni visibili un po’ ovunque. Uno stato di cose che dovrebbe far riflettere i vertici di Rfi, non solo a livello regionale, i quali – secondo quanto documenta il perito – non avrebbero garantito le condizioni di sicurezza della galleria “Santomarco”, come impone la legge, mettendo in serio pericolo la sicurezza del personale Rfi e dei passeggeri. Quel tunnel, infatti, necessitava da tempo di lavori di ristrutturazione di una certa importanza, e non di operazioni tampone. Ma nessuno si è attivato in tal senso.

L’evento del “deragliamento”, nella sua drammaticità, è “servito” ad accendere i riflettori degli inquirenti e dell’opinione pubblica su tale stato di degrado, scongiurando, probabilmente, incidenti molto più gravi. Ora tocca a Rfi. Dovrà realizzare in tempi brevi un piano di messa in sicurezza della galleria “Santomarco” e intervenire rapidamente per ridurre al massimo i tempi e i disagi dei pendolari.

Solo quando Rfi sarà pronta, la Procura di Paola potrà, «immediatamente, anche oggi stesso» – come sottolinea il procuratore capo Pierpaolo Bruni – autorizzare i lavori di messa in sicurezza del tunnel. Per quanto di sua competenza, infatti, la magistratura ha fatto tutto nel minor tempo possibile, se si considera che i periti avevano chiesto almeno novanta giorni di tempo che il Procuratore non ha concesso, chiedendo loro di consegnare le perizie in poche settimane. E così è stato.

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