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Un Nokia 8310 identico a quello di Lisa Gabriele sarà consegnato dai difensori di parte civile Nunzia Paese e Gianluca Bilotta ai carabinieri in vista degli accertamenti irripetibili su quello originale di proprietà della vittima

COSENZA – Un Nokia 8310 identico a quello appartenuto a Lisa Gabriele. Lo consegneranno oggi ai carabinieri del Reparto Tecnologie Informatiche del Racis di Roma i difensori di parte civile Nunzia Paese e Gianluca Bilotta in vista degli accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare della ragazza già delegati dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico e in programma per le 15.

L’esame del dispositivo in uso alla ragazza – trovata senza vita il 9 gennaio 2005 in un bosco di Montalto Uffugo – era cominciato il 21 febbraio ma aveva dato esito negativo in quanto l’apparecchio, ormai vetusto, non si era acceso. Pertanto nel verbale redatto a margine del primo accertamento i carabinieri del Racis avevano fatto presente che “laddove fosse fornito a questa Sezione elettronica un cellulare N8310 funzionante identico a Cell0.01 sarebbe possibile eseguire una comparazione tra i due dispositivi tesa all’individuazione del guasto e del ripristino del funzionamento di Cell0.01”.

Gli avvocati Nunzia Paese e Gianluca Bilotta

Oggi, dunque, il personale specializzato del Racis potrà comparare i due telefoni e provare a mettere in funzione quello che fu della giovane Lisa. Lo scopo è rilevare dalla memoria del cellulare gli ultimi contatti avuti dalla ragazza nei giorni antecedenti la sua tragica scomparsa, che potrebbero far luce su diversi aspetti. Maurizio Mirko Abate – suo ex compagno ed unico imputato per il suo omicidio – ha infatti sostenuto di non averla più sentita dopo la rottura della loro relazione che, a suo dire, sarebbe avvenuta due anni prima del decesso. Il cellulare di Lisa Gabriele potrebbe, in quest’ottica, rivelare la verità, confermando o smentendo la tesi di Abate e aprendo la strada a possibili risvolti. Un accertamento, tuttavia, contestato dai legali dell’imputato Marco Facciolla e Francesco Muscatello, che lo hanno bollato come “inutilizzabile ai fini probatori”.

“Chissà perché i colleghi della difesa ostacolano in ogni modo l’operazione dei Racis di Roma tesa a tirar fuori, dal telefono appartenuto in vita a Lisa Gabriele, i dati in esso contenuti – replicano i legali di parte civile Nunzia Paese e Gianluca Bilotta -. Forse perché temono che possa esserci qualcosa di poco favorevole per la difesa dell’imputato! In ordine, poi, alla paventata inutilizzabilità del dato probatorio, scaturente dall’intervento tecnico dei Racis sul telefonino, ci sarà un giudice, semmai, deputato a valutare tale aspetto. Noi auspichiamo soltanto che venga fatta luce su questo delitto efferato a seguito del quale è stata tolta la vita alla giovane Lisa. Se l’imputato ritiene di essere estraneo a tutto questo, dunque innocente, può dormire sonni tranquilli”.

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