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Emanuele Giacoia, scomparso a 93 anni

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ERA una delle voci più calde di quelle domeniche di calcio fatte di attese e trepidazioni. Pensare a Emanuele Giacoia, decano del giornalismo, non può non rimandare con la mente a quell’autentica epopea della Radiotelevisione Italiana, che coincise con la trasmissione radiofonica di culto, “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Addio al direttore Emanuele Giacoia

Ci ha lasciato ieri a 93 anni, Emanuele Giacoia. Ci ha lasciato un grande giornalista che non aveva mai appeso la penna al chiodo, per usare una immagine calcistica. Non aveva mai perso la curiosità tipica del cronista e la voglia costante di tenersi aggiornato e di essere preparato su ogni avvenimento. Si è spento ieri (18 agosto) dopo una lunga malattia. I funerali saranno celebrati oggi alle 17 nella chiesa di Santa Teresa a Cosenza.

Chi era Emanuele Giacoia, decano del giornalismo calabrese

Era nato a Grassano, in provincia di Matera, il 4 marzo del 1929. Ma aveva lasciato presto la Basilicata perché il padre, Salvatore, era maresciallo della Guardia di Finanza e spesso si spostava per l’Italia, lavorando in diverse città, tra le quali Napoli, Capua (Caserta), Milano. Ha  vissuto con la famiglia per un periodo a Dongo, poi a Umago d’Istria, dove fu costretto da ragazzino a lasciare la casa (era jugoslava Umago) a causa delle persecuzioni di Tito.  La madre Antonietta, casalinga, la sorella Maria, anch’ella casalinga, deceduta qualche anno fa. Si distinse sin da piccolo per il suo carattere brillante, grande lettore di romanzi d’avventura, grande appassionato di Salgari.  Dopo gli studi d’istruzione base, tra Milano e Napoli, ha frequentato l’università di Roma a Lettere, poi i due anni di leva in Marina, assegnato alla Casa Militare presso la Presidenza della Repubblica Italiana.

È entrato in Rai nel 1957 come annunciatore, dopo avere brillantemente superato il concorso, dotato di una voce dal timbro profondo inconfondibile, che negli anni successivi gli valse il soprannome di “The Voice”, datogli dal collega Bruno Vespa. Ancora oggi chi lo ha conosciuto ricorda «quella eleganza con cui rivestiva ogni sillaba». Venne assunto a Cosenza, nel 1958, prima sede della Rai del dopoguerra. In Calabria, terra che ha amato sin da subito, resterà per sempre. È qui che nel frattempo divenne giornalista praticante e poi professionista. Amante dell’arte, della letteratura. Per la storica rubrica “Cronache italiane” ha firmato decine di interviste a grandi personaggi, tra questi Salvatore Quasimodo, Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e tanti altri. 

Il grande salto nel calcio della Serie A

Poi il grande salto nel mondo del calcio quello che lo fa conoscere al grande pubblico. Entra nel pool dello storico programma radio Tutto il Calcio minuto per minuto, ed è una delle voci di punta, insieme con personaggi come Ciotti e Ameri, per lunghi anni. Per approdare poi anche nella celebre trasmissione tv Novantesimo Minuto, condotta da Paolo Valenti, coprendo per la maggior parte gli stadi del sud, da Catanzaro, Napoli, Avellino, Bari, Palermo. «Novantesimo minuto non era un programma TV ma una passerella di emozioni, di esultanze svelate, di passioni e delusioni raccontate dal vivo senza più voli pindarici. Fu lui a raccontare i brividi di gioia di una terra che con il Catanzaro dei miracoli iniziò a respirare il calcio della serie A» ricorda il direttore Roberto Marino. Nel 1982 fu inviato per Radio Rai ai Mondiali di calcio di Spagna.

Emanuele Giacoia interprete privilegiato del giornalismo calabrese

Della Redazione Giornalistica della Sede Rai della Calabria ne è stato anche caporedattore. «È stato interprete privilegiato e diretto delle tensioni e delle speranze del popolo calabrese di quegli anni ed è stato, soprattutto per la gente di Calabria, uno degli opinionisti più influenti e più autorevoli del suo tempo e del suo mondo, catapultato in Calabria quasi per scherzo dalla storica sede Rai di Napoli dove ancora ragazzo aveva incominciato a lavorare come semplice annunciatore» ricorda Pino Nano, giornalista Rai e suo collega.

Dopo l’avventura Rai Emanuele Giacoia ha ricoperto il ruolo direttore responsabile del Quotidiano della Calabria. E per il Quotidiano  ha continuato fino a pochi mesi fa a scrivere ancora i suoi corsivi dedicati in gran parte al mondo dello sport nella rubrica Calci nostri. Scriveva anche per le pagine di cronaca delle pillole sulle notizie curiose, sfiziose che lui addolciva con classe e ironia pungente.

L’ultima “Cronachetta” risale a prima dell’estate era dedicata alla città unica di Cosenza e Rende, argomento che lo appassionava molto come la metro leggera. Sempre vicino ai colleghi giornalisti, era prodigo di complimenti e di incoraggiamenti. Appassionato di archeologia, era spesso ospite d’onore alle rassegne di Paestum (Borsa del Turismo Archeologico) e di Rovereto (Festival del cinema documentaristico archeologico). In Campania sua terra di adozione, a Capua (Caserta), aveva conosciuto quella che diventerà la sua futura moglie, Pietra Volpe, insegnante, dalla quale ha avuto cinque figli: Sergio, Riccardo, Valerio, Antonella e Arianna. Un grande amore per la famiglia, i suoi figli e i tanti nipoti: Ramona, Emanuele, Sofia, Vincenzo, Emma, Lorenzo, Martina, Silvia, Elisa, Elena e Greta (di questi ultimi due era bisnonno).

Oggi senza Emanuele ci sentiamo più poveri, più poveri anche di un giornalismo che guardava al mondo con gentilezza ma anche con acume e intelligenza.

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