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Massimo Giletti e Paolo Orofino

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Le indagini sullo stop alla trasmissione di Massimo Giletti Non è l’Arena arrivano in Calabria, la procura di Firenze sente il giornalista Orofino

LAMEZIA TERME – Le verifiche attorno alla chiusura del programma di Massimo Giletti approdano in Calabria. Sembrerebbe proprio così a giudicare da una circostanza verificatasi ieri mattina, 24 giugno 2023, a Lamezia, presso il Comando dei Carabinieri dell’Aeroporto.

Il giornalista Paolo Orofino, cronista del Quotidiano del Sud e collaboratore di Massimo Giletti, è stato sentito nella veste di “persona informata sui fatti” dal procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli. Il giornalista era stato convocato già nei giorni scorsi e, ieri mattina presto, si è presentato presso il Comando dei Carabinieri dell’aeroporto, dove ad attenderlo c’era il procuratore Tescaroli.

STOP A NON È L’ARENA, TESCAROLI IN CALABRIA PER SENTIRE OROFINO

Nulla è trapelato circa i contenuti dell’audizione, durata un paio d’ore. Purtuttavia, appare evidente, che il motivo della convocazione di Orofino sia riconducibile alla sua collaborazione con Giletti. Il cronista calabrese, infatti, ormai da anni collabora con Giletti, fin da quando il giornalista e conduttore televisivo era in Rai. Orofino poi ha proseguito i suoi contatti professionali con Giletti, pure quando l’anchormen ha lasciato la Rai, iniziando la sua avventura su La 7, con la trasmissione della domenica sera Non è l’Arena.

Trasmissione che nel titolo richiama il nome del precedente programma in onda su Rai 1, la domenica pomeriggio, dopo il Tg1 delle 13:30, vale a dire l’Arena.

Lo scorso 13 aprile, l’emittente La 7 ha improvvisamente interrotto la programmazione di Non è l’Arena. Presumibilmente la convocazione di Orofino è collegata a tale chiusura anticipata e inaspettata. Il cronista del Quotidiano prima e dopo Pasqua, stava collaborando con Giletti su alcune specifiche puntate programmate per le domeniche successive alla pausa pasquale.

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LA COLLABORAZIONE TRA PAOLO OROFINO E MASSIMO GILETTI

Per esempio, nel mese di marzo Orofino aveva coadiuvato il conduttore di Non è l’Arena nell’impostazione della puntata dedicata all’omicidio del piccolo Claudio Domino, il bambino di 11 anni ucciso nel 1986 a Palermo, nel periodo in cui nella città siciliana era in svolgimento il maxiprocesso, nella famosa aula bunker allestita per l’occasione. Nel mese di aprile, quindi, l’attenzione di Giletti si spostò su un altro preciso argomento, sempre avvalendosi del collaboratore calabrese. Arriviamo così a giovedì 13 aprile, ovvero al giovedì “nero” di Giletti, con l’improvvisa chiusura della sua trasmissione e con certi argomenti che gli rimanevano “in pentola”, senza poterli “servire” ai telespettatori.

Nei giorni seguenti l’interruzione di Non è l’Arena, Orofino firmava un articolo sul Quotidiano. «C’è un filo conduttore sottotraccia che Massimo Giletti, da qualche mese – scriveva Orofino – aveva cominciato a seguire. Un filo che collega Firenze a Palermo, passando per Reggio Calabria. Un filo che lega diverse inchieste, ma con unico obiettivo: far luce sul periodo stragista (1992-1993) in cui la mafia aveva deciso di alzare il tiro ed in cui avrebbe avuto inizio la cosiddetta “trattativa Stato-mafia”. Negli ultimi tempi Giletti, oltre che all’arresto di Mattia Messina Denaro ed altri argomenti a lui molto cari, come il dibattito sul “carcere duro” per i reati previsti dal 41 bis, si era concentrato sulla presunta “trattativa Stato-mafia” anche per la diluizione dell’ergastolo ostativo».

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In tale contesto, riferisce comincia ad aumentare l’interesse di Giletti, anche verso ‘Ndrangheta stragista, processo istruito dalla Dda di Reggio Calabria. Nell’inchiesta, pervenuta a sentenza di condanna in Appello, il procuratore aggiunto di Reggio, Giuseppe Lombardo, si è più volte soffermato sulla “trattativa Stato-mafia” di quei primi anni ’90.

NON È L’ARENA E LA CALABRIA, LE INCHIESTE POCO PRIMA DELLO STOP

«L’interesse del conduttore televisivo verso l’inchiesta calabrese va, però, aumentando – aggiungeva Orofino nel suo articolo – e arriviamo a domenica 2 aprile (la stessa sera manderà in onda l’audio in cui Graviano durante il processo a Reggio, dove spiega come fece a concepire un figlio trovandosi detenuto al 41 bis) quando incarica uno dei suoi collaboratori di scandagliare ancor meglio i faldoni del processo».

«L’interesse del giornalista televisivo si concentrava soprattutto su alcuni audio-contenuti di determinate deposizioni in dibattimento» scaturite dal processo Ndrangheta stragista. «Quegli audio che cercava la domenica prima di Pasqua – concludeva Orofino – Giletti li ha poi trovati. Ma non ha fatto in tempo a mandarli in onda».

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