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Ilaria Mirabelli

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Il consulente della famiglia di Ilaria Mirabelli, Fabrizio Coscarelli, evidenzia nuove anomalie: «Tornavano verso Lorica», nessuna frenata: cosa è accaduto in auto?


COSENZA – È il giorno del conferimento degli incarichi ai periti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili sul luogo della tragedia costata la vita a Ilaria Mirabelli. La trentottenne cosentina è deceduta due settimane fa lungo la Statale 108 bis, nei pressi di Lorica. Accertamenti che saranno utili a verificare serie di aspetti. In primo luogo ad esaminare la vettura. La Volkswagen Up a bordo della quale Ilaria viaggiava insieme a Mario Molinari, 44 anni – indagato dalla Procura per omicidio stradale –. E a stabilire la compatibilità tra le lesioni riscontrate dai medici legali sul corpo della vittima e su chi dei due fosse alla guida.

E che per il dottor Fabrizio Coscarelli, consulente della famiglia Mirabelli, dovranno necessariamente essere di natura “collegiale”. Ovvero comprendere sia i rilievi di natura tecnica e sia quelli medico-legali al fine di compararli e stabilire i dovuti nessi. Ed è la ragione per la quale i due fascicoli d’indagine, quello per omicidio colposo contro ignoti aperto in un primo momento dal pm Donatella Donato e contenente gli esiti dell’esame autoptico e quello per omicidio stradale coordinato dal pm Mariangela Farro da cui sono stati disposti gli accertamenti irripetibili, potrebbero a breve venire accorpati per confluire in un unico faldone.

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I DUBBI DEL CONSULENTE DELLA FAMIGLIA DI ILARIA MIRABELLI: L’INVERSIONE DI MARCIA E L’ASSENZA DI FRENATA

Coscarelli, ingegnere esperto di infortunistica stradale, a distanza di 7 giorni dall’evento si è recato sul posto insieme all’avvocato della famiglia per compiere un sopralluogo e una prima ricostruzione degli aspetti cronologici della vicenda che, ad oggi, presenta ancora una serie di anomalie. Tra i primi punti di interesse della sua relazione, vi è la parte relativa al tragitto compiuto dall’auto che, secondo quanto si è potuto appurare, dopo il pranzo in un ristorante della Sila, era diretta da Lorica verso Aprigliano.

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A un certo punto, la macchina compie un’inversione di marcia. Per un motivo che attualmente non si conosce – forse avevano appuntamento con qualcuno, forse erano diretti in un posto in particolare, come un bar o un punto di ristoro -, interviene un fattore per il quale l’auto torna indietro imboccando nuovamente la strada verso Lorica. Subito dopo, percorre un tratto in lieve discesa e, a quel punto, accade un fatto strano. Il conducente – secondo la ricostruzione di Coscarelli – non approccia minimamente la curva che incontra davanti a sé, non agisce né sullo sterzo né sul freno, infatti non vi sono sulla strada segni di frenata o di scarrocciamento.

È il momento in cui l’auto, a una velocità importante superiore ai 50/km/h, finisce fuori strada. Perché? Il conducente si trova in uno stato di alterazione psico fisica (l’alcol test su Molinari, ad esempio, aveva dato esito positivo) oppure all’interno dell’abitacolo sta succedendo qualcosa? Si tratta di un elemento chiave per comprendere cosa sia realmente accaduto quel giorno.

GLI OGGETTI MAI ANALIZZATI

Coscarelli durante il suo sopralluogo nota un’altra anomalia. Tra i pali di recinzione e gli arbusti, infatti, ci sono ancora, a distanza di 7 giorni, pezzi dell’auto ed effetti personali tra cui un paio di occhiali e una maglietta di colore azzurro con tracce di erba, terriccio e altre sostanze, rinvenuti a distanza dalla macchina. Oggetti che, quindi, la sera del 25 agosto non sono stati repertati dai carabinieri. E che oggi – eccezion fatta per la maglia consegnata ai magistrati dal legale della famiglia – potrebbero trovarsi ancora lì, in strada. Nemmeno il sedile dell’auto sarebbe stato analizzato per risalire all’identità del conducente. «La scena potrebbe essere stata “alterata” da chiunque, o anche da animali di passaggio, il che – a parere di Coscarelli – aumenta la probabilità di errore nell’accertamento della dinamica».

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