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Stefano Graziano

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COSENZA – Oggi andrà in scena una rappresentazione plastica dello stato di profonda confusione in cui è piombato il Pd calabrese.

E’ accaduto che la federazione provinciale di Catanzaro abbia voluto organizzare un incontro con il vicesegretario nazionale del partito, Giuseppe Provenzano, per discutere di temi regionali. “Per la Calabria regione d’Europa” recita il manifesto del webinar, fissato per le 18. Nella locandina si cita il solo Provenzano in quella che dovrebbe essere un’assemblea provinciale aperta.

Nessuno forse, nè a Roma nè a Catanzaro, ha avvertito però il commissario regionale, Stefano Graziano che ha pensato bene di organizzare un altro webinar, dal contenuto più o meno simile visto che si parlerà della transizione ecologica per la Calabria. Qui la scaletta è più definita con gli interventi del geologo marino Silvio Greco, della presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta, quelli del candidato presidente Nicola Irto e le conclusioni di Chiara Braga. Indovinate a che ora è l’incontro? Ovviamente alle 18 cioè praticamente in contemporanea con l’altro.

E’ evidente allora che ci sia qualcosa che non va nel partito e non solo a livello locale, ma anche a livello romano. Qual è il senso di due iniziative contemporanee, una in cui partecipa il vicesegretario nazionale e una in cui parla il commissario regionale? Apparentemente nessuno. Se si guardano in controluce queste due iniziative, però, vi si scorgono due linee politiche abbastanza chiare quanto divergenti. La prima è quella del partito nazionale che sembra aver congelato, anche se non ufficialmente, la candidatura di Irto. Ovviamente non per le qualità personali del candidato che nessuno mette in discussione, ma per l’esigenza che travalica i confini del Pollino, di creare un’alleanza stabile con i 5 Stelle e iniziare a costruire un centrosinistra ampio che sia in grado di competere alle prossime Politiche.

L’altra linea è quella del commissario regionale che era partito con un tavolo molto allargato, praticamente a tutto quello che si muoveva fuori dal centrodestra (dalle Sardine, ai Socialisti, a Tansi, ai Verdi ecc.) partendo dal concetto chiave di costruire un centrosinistra quanto più plurale possibile.

Il tavolo, però, col passare del tempo si è via via ristretto e alla fine la candidatura di Irto è nata da una riunione degli eletti del partito senza alcuna interlocuzione nè con la base dem nè con le altre forze. Ribadiamo ancora una volta come la scelta di Irto, nonostante sia stata presa a fine dicembre, non è mai stata sottoposta agli alleati. Nè in questo momento si intravede un’attività del candidato o del partito per mettere in piedi una rete di alleanze in grado di lanciare la candidatura. Al momento quindi non si capisce a quali forze si riferisca Graziano quando parla di coalizione.

La base assiste abbastanza sbigottita a tutta questa confusione e continua a chiedere occasioni di confronto o di ascolto perchè avverte l’assenza di una direzione, di una guida e di un progetto politico. Mentre poco di fianco De Magistris, sornione, continua a togliere terreno sotto i piedi al Pd.

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