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il professor Alfredo Garro dell'Unical

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COSENZA – Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo verso Marte. Oggi, alle 14.33, è previsto il lancio, da Cape Canaveral, della missione Artemis I, la prima dell’ambizioso programma Artemis guidato dalla Nasa che, con un investimento complessivo di 86 miliardi di dollari, porterà entro il 2024 la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna.

Il programma spaziale, tramite cui si ha l’obiettivo di realizzare un insediamento lunare e una base in orbita lunare avamposto per l’esplorazione di altri corpi celesti e di Marte per l’appunto, è divisa in diverse fasi. Si parte, infatti, con Artemis I, missione senza equipaggio umano, della durata di 42 giorni, attraverso la quale la navicella Orion, con a bordo dei manichini, percorrerà ben due orbite lunari per poi, come avvenne con le missioni del programma Apollo, tornare sulla Terra mediante il classico ammaraggio nell’oceano.

Il programma Artemis per la conquista di Marte

La navicella Orion

In seguito, ci sarà Artemis II, che prevede la presenza di astronauti e ricalcherà quanto avvenne con l’Apollo 8 e, in ultimo, Artemis III: in tal caso, ecco che la prima donna e il prossimo uomo replicheranno quanto fecero nel 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Alla missione della Nasa ha dato e darà il suo fondamentale contributo anche l’Università della Calabria, col professore associato di Ingegneria informatica del Dimes, nonché vicepresidente del Comitato internazionale di standardizzazione, Alfredo Garro.

In particolare, l’apporto dell’Unical ad Artemis si fonda sull’adozione, proprio da parte della Nasa, dello standard, SpaceFOM (Space Reference Federation Object Model), messo a punto, dopo anni di lavoro, da Garro, dal ricercatore dell’ateneo di Arcavacata Alberto Falcone e dal restante team internazionale di studio. «Lo standard – spiega il professor Garro – è, in parole povere, quell’insieme di regole, protocolli, modelli, direttive e soluzioni che permettono di sviluppare i simulatori degli elementi che costituiscono la missione spaziale». Sulla base di tale spiegazione, si può dunque dire che, per mezzo di SpaceFOM, si potrà simulare e gestire l’intera missione. Un fatto di non poco conto che, tra le altre cose, rende lo stesso Garro «assai soddisfatto ed entusiasta, considerato che allo standard si è lavorato per 5 anni, subito dopo gli studi effettuati a Houston e nello specifico presso la Divisione “Software, Robotics and Simulation” del Nasa Johnson Space Center, a seguito di apposito “Visiting Research Agreement tra l’Unical e l’agenzia spaziale americana».

Il contributo dell’Unical alle missioni spaziali

Garro, insieme a Falcone, è stato, d’altronde, il primo europeo, e quindi italiano, a essere ospitato, per circa un anno, dalla Nasa nella suddetta divisione: dopodiché è partita l’attività di definizione di SpaceFOM che tutti i partner del programma Artemis, pertanto, dovranno adottare ai fini della progettazione dei vari elementi che la contraddistinguono.

«L’Unical – continua Garro – è stata anche contattata da diverse aziende europee affinché potesse e possa supportarle nel permettere l’integrazione tra gli standard europei dell’Esa e lo SpaceFOM, adottato ufficialmente dalla Nasa nel 2021 e rilasciato nel 2020. L’annuncio, nello specifico – dice ancora l’associato dell’Unical – dell’adozione da parte della Nasa di SpaceFOM, lo ha dato Edwin Zack Crues, attualmente a capo del team di simulazione dello “Human Landing System Crew Compartment Office” al Nasa Johnson Space Center di Houston».

L’apporto dell’Università della Calabria alle agenzie spaziali

Così, proprio perché come anticipato i moduli della missione – che vede l’apporto delle principali agenzie spaziali quali l’Esa, l’Asi, la Jaxa, l’Uk Space Agency e la Csa – e cioè i razzi, i lander, i rover, le sonde, i satelliti e così via, dovranno basarsi sullo standard che ha contribuito a sviluppare l’Unical, è normale che Garro e tutto il suo team vengano contattati dalle diverse aziende, in modo che tutti gli elementi del programma possano interoperare efficacemente tra loro: un primo accordo di collaborazione, nello specifico, tra il Dimes e una grande realtà europea del settore Aerospazio è stato firmato nei mesi scorsi.

«Siamo molto contenti – conclude Alfredo Garro, anche past president dell’Associazione Italiana di System Engineering (Aise – Incose Chapter “Italia”) – di tutto questo. E speriamo, soprattutto, che sia un modo per attirare sempre più giovani ragazze e ragazzi verso la nostra Università e i nostri corsi di studio, veri e propri fiori all’occhiello». Straordinaria emozione, insomma, come se fosse la prima volta davanti a quelli che saranno gli altri “umani” pronti a calpestare la superficie lunare: rimane sempre un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità e stavolta anche per l’Università della Calabria.

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