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Domenico Berardi festeggiato dai compagni dopo il primo gol alla Turchia

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Domenico Berardi, calabrese. Ieri sera, uno dei migliori in campo della nazionale di Mancini all’Olimpico che ha sbaragliato i turchi nell’esordio all’Europeo (LEGGI L’ARTICOLO SULLA PARTITA). E’ stato decisivo nello sbloccare il risultato all’inizio del secondo tempo con un cross assassino che ha provocato l’autorete che ha aperto la goleada azzurra. Un tassello tattico fondamentale dal punto di vista psicologico della partita.

Domenico è nato all’Ospedale di Cariati, il primo agosto del 1994, quando il nosocomio era ancora aperto. Un ospedale chiuso da 10 anni per la miopia della politica calabrese, e occupato da mesi dai cittadini, a simboleggiare chi lotta per i propri diritti contro le astrusità fredde di chi sta lontano dalla gente. Oggi dove nascerebbe un nuovo Berardi?

LEGGI LA STORIA DI DOMENICO BERARDI

Berardi è di Bocchigliero, paese della Calabria interna, che guarda dalla Sila il mare. Non c’era l’ospedale ma negli anni Novanta potevi andare a nascere a Cariati, bel luogo dove la leggenda racconta che una donna del posto, Laura, fu rapita dai Turchi e deportata nelle loro terre. Qui Laura apprese l’arte del tessile riportandola poi nel suo paese spesso invaso dai pirati saraceni. Una partita antica, quindi, quella tra calabresi e turchi.

Domenico, con la stessa abilità delle donne che filavano al telaio, a Bocchigliero, da ragazzino palleggiava per ore come Maradona, e la tempra dei suoi primi allenatori gli consegnò la disciplina del campione tra la buona aria della Sila.

Domenico Berardi ha lo stesso cognome di Marco, detto re Marcone, che nel Cinquecento, educato dai valdesi, dopo la strage degli eretici, si mise a capo di un movimento di protesta in Calabria, creando una zona autonoma contro il potere spagnolo ed ecclesiastico. Finì male. Ma nel cognome dell’attaccante di Mancini c’è la predisposizione ad essere un eroe che si batte dalla parte giusta. Ma come un Omero del calcio, per Berardi c’è anche la crescita calcistica nella scuola calcio di Mirto-Crosia, educato dal papà di Peppe Voltarelli, il talento canoro calabrese tra i migliori a mettere in relazione gli acuti del rock con la tradizione dei calabresi migranti con Onda calabra. Papà Riccardo ha allevato talenti sia in famiglia che sul campo. Domenico e Peppe due grandi soddisfazioni.

Sfiora il Cosenza, Domenico Berardi. Ma la società cosentina non poteva garantire la foresteria al ragazzo. In Calabria non fuggono solo i talenti, ma anche i piedi buoni. Domenico esploderà a Sassuolo, nella provincia italiana. Terra invasa e avvelenata dal boss Grande Aracri di Cutro. Ma il bel calcio sa oscurare la malapianta. E la notorietà di Berardi è una bella bandiera per i calabresi onesti che lavorano in quel distretto produttivo.

Che bel simbolo Domenico Berardi da Cariati, Bocchigliero, Crosia, Calabria, Italia. Facci sognare Domenico. La nostra terra ha bisogno di esempi come il tuo.

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