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L'avvocato Armando Veneto

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SEI anni di condanna sono stati inflitti all’avvocato Armando Veneto, decano delle Camere penali, già parlamentare europeo e deputato della Repubblica in quota Udeur, finito nel mirino della Dda di Catanzaro per una presunta vicenda di corruzione in atti giudiziari aggravata dalla finalità mafiose.

I fatti risalgono al 2009, epoca in cui secondo l’accusa Veneto avrebbe fatto da tramite con il giudice Giancarlo Giusti – poi suicidatosi a marzo del 2015 – per ottenere la scarcerazione di tre big della cosca Bellocco. In quel periodo, infatti, Giusti è componente del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria chiamato a valutare il ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 10 agosto a carico di Rocco Bellocco, Rocco Gaetano Gallo e Domenico Bellocco. Il 27 dello stesso mese i tre vengono scarcerati e il sospetto della Procura è che in cambio di quel provvedimento favorevole, il giudice abbia ricevuto 120mila euro, quarantamila ciascuno dai tre indagati da lui beneficiati. In tutto ciò, il ruolo del penalista sarebbe stato quello di trait d’union fra la cosca e il giudice; un ruolo che secondo gli inquirenti fu esercitato anche da Vincenzo Puntoriero e Gregorio Puntoriero per i quali però il processo è in corso di svolgimento.

Veneto, per il quale il pm Veronica Calcagno aveva invocato otto anni di reclusione, era stato già sfiorato dalle stesse accuse nel 2014, ma in quel caso l’inchiesta avviata contro di lui era finita in un nulla di fatto. L’ufficio di Nicola Gratteri, però, è tornato alla carica di recente ottenendo per ora la sua condanna in primo grado sia per la presunta corruzione che per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa.

“Non basterà la singolare idea dell’ufficio procedente ad oscurare verità e ragione. Né ad intimidirmi – aveva proclamato il diretto interessato dopo la ricezione dell’avviso di garanzia – mi difenderò nel processo non solo utilizzando le prove dell’innocenza già acquisite e contenute da quasi un decennio nel fascicolo. Ma dimostrando anche i fatti ulteriori che con il mio interrogatorio avevo offerto e che l’accusatore ha ignorato”.

Temi dei quali ora si riparlerà in Appello. Armando Veneto, 87 anni, è uno degli avvocati penalisti più importanti d’Italia. Oltre alla sua esperienza a Strasburgo e Montecitorio è stato anche sindaco di Palmi e sottosegretario alle Finanze dal 1999 al 2001. In ambito forense, invece, ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio delle Camere penali. Il processo che lo riguardava si è celebrato in abbreviato e ha sancito le ulteriori condanne di Domenico Bellocco e Giuseppe Consiglio, anche loro a sei anni di carcere, nonché quelle di Rosario Marcellino (quattro anni) e del collaboratore di giustizia Vincenzo Albanese (due anni). Gli imputati erano difesi dagli avvocati Clara Veneto, Giuseppe Milicia, Gianfranco Giunta, Letterio Rositano e Antonio Capua.

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