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COSENZA – La situazione Covid imporrebbe contromisure immediate, invece si vive in uno stato di perenne attesa. Ieri i ricoveri nelle aree mediche sono arrivati a quota 315, vale a dire che il 31,2% dei posti letto disponibili in Calabria sono occupati da pazienti Covid. È un dato enorme: lo scorso anno i ricoveri erano fermi attorno al 6% nello stesso periodo, al momento invece la percentuale di occupazione dei posti letto è il doppio della media italiana.

L’ondata di Omicron 5 sta letteralmente piegando un sistema sanitario che fatica a trovare il personale necessario per mantenere in servizio le strutture. I casi sono ormai troppi: dal Gom di Reggio Calabria all’Annunziata di Cosenza, passando per il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. L’ultimo in ordine di tempo è il caso del “Giannettasio” di Corigliano-Rossano. Qui la direzione sanitaria ha disposto la sospensione delle ferie per tutto il personale, in primis infermieri e Operatori socio sanitari.

I sindacati già annunciano guerra. La ragione sta nella carenza di personale e la necessità conseguente di far transitare quanto più personale possibile all’interno del reparto Covid, che al momento ha quasi quaranta posti occupati da pazienti. Una riapertura necessaria dopo il caos al Pronto soccorso di Cosenza dei giorni scorsi. Riapertura che, però, è gestita con il poco personale a disposizione.

Anche negli ospedali jonici il problema è lo stesso: ci sono sanitari e pazienti contagiati, focolai scoppiati nel giro di pochissimo tempo, che hanno letteralmente azzoppato la gestione dei reparti.

Nel frattempo si moltiplicano i racconti di pazienti “parcheggiati” tra le corsie dell’Annunziata senza possibilità di contatto con i familiari dopo lo “stop” alle visite in alcuni reparti. La Regione si prepara ad affrontare la questione quarte dosi per tutti gli over 60 con la riapertura di alcuni centri vaccinali, mentre il Pd parte all’attacco contro Occhiuto dopo l’ennesima richiesta di “bonus” per i medici che vengono a lavorare in Calabria.

«Il deficit di risorse umane nel settore è esploso ormai in quasi tutte le Regioni e, pertanto – dice il gruppo Pd in Consiglio – appare difficile strappare a Roma concessioni per la sola Calabria. Sarebbe stato opportuno avviare a tempo debito le richieste straordinarie al ministero dell’Economia. Oggi è diventato tutto più difficile. Da diversi mesi si sa benissimo dei reparti a ipotesi chiusura, dei turni estenuanti, del personale stremato, dell’emergenza Covid che ha sfiancato ancora di più le già poche forze a disposizione: le debolezze si affrontano nel momento appropriato, prima che diventino ingestibili».

Dalle corsie dell’Annunziata di Cosenza arriva anche la denuncia di Rosita Terranova, madre di un bimbo disabile ricoverato nel reparto di pediatria Covid. «Solo 2 stanze – dice – con 2 posti letto ciascuno, tra l’altro sprovviste di campanello d’allarme. Se hai l’urgenza di chiamare un medico o un infermiere per salvare tuo figlio o per essere aiutata in altro, devi telefonare al numero del telefono che si trova in un reparto molto distante da questo. Sperando possa rispondere qualcuno. Il personale medico, infermieristico e gli oss sono in numero estremamente esiguo e devono lavorare contemporaneamente in cinque reparti. Ripeto: cinque reparti. Mancano i termometri, non esistono condizioni igieniche adeguate, non ci sono vie di fuga, niente condizionatori, c’è l’invasione di zanzare, api e mosche e siamo/sono privi di molto, molto altro ancora. Soprattutto, manca il rispetto per i sacrifici che compiono i professionisti che vi lavorano in condizioni di città sotto bombardamenti. Per quanto riguarda noi genitori di figli disabili gravissimi, non scrivo nulla che già non si sappia. In compenso, ho una sedia su cui dormire. Quando ho due secondi di tempo in cui non devo prestare cure al mio cucciolo d’uomo».

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