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Il bene confiscato a San Leonardo di Cutro

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CUTRO (CROTONE) – Dopo 15 anni, il Comune di Cutro avvia l’iter per la revoca dell’assegnazione al Wwf di un bene confiscato al clan Mannolo di San Leonardo di Cutro, all’interno del villaggio turistico Porto Kaleo. «Utilizzo non conforme», è detto nell’atto notificato all’associazione “Wwf Provincia di Kr” e firmato dal responsabile del procedimento, Luigi Benincasa.

Il Wwf ha adibito il bene a Cela (centro di educazione alla legalità ambientale) e in passato là si sono svolte colonie estive e sono stati ospitati i ragazzi di tutta Europa che partecipavano ai campi estivi nei terreni confiscati alla cosca Arena nella vicina Isola Capo Rizzuto. Da una disamina fatta dagli uffici comunali, innescata da un esposto, però, sarebbero emerse violazioni rispetto alla convenzione sottoscritta dai volontari, all’epoca in cui sindaco era Salvatore Migale, con l’ente oggi guidato da una commissione straordinaria in seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose.

Massimo il riserbo tenuto dai commissari circa il motivo dell’avvio dell’iter per la revoca dell’assegnazione, in passato oggetto di polemiche anche in consiglio comunale. Il dubbio sorgeva su chi avesse eventualmente autorizzato che il bene confiscato alla mafia venisse trasformato in B&B, con tanto di reclame via Internet, per soggiorni da 30 euro a notte. Risale al 22 marzo 2007 la delibera con cui il consiglio comunale trasferì il bene, un monolocale di 189 metri quadrati tolti al boss Alfonso Mannolo, alla parrocchia di San Leonardo anche se la Curia di Crotone, con una decisione choc, rifiutò l’assegnazione  in quanto la sua utilizzazione non rientrava nei programmi della Chiesa.

Il bene era stato peraltro confiscato in via definitiva, a conclusione di un complesso iter giudiziario, nel lontano 2001. Era uno dei pochi beni confiscati che insistono nel territorio comunale ad essere stati assegnati.  Un altro, sempre nella frazione costiera San Leonardo, tolto a Carmine Zoffreo, altro presunto esponente del clan Mannolo, fu assegnato nel 2015: lo gestisce l’associazione Amici del tedesco, capofila del progetto “Willkommen & Welcome” per l’incoming di turisti di lingua tedesca finanziato da fondazione Con il sud per 380mila euro.

Ma dal 2015 il Comune non riesce ad assegnare un fabbricato di quattro piani fuori terra, sempre a San Leonardo, confiscato a Giovanni Trapasso, ritenuto il capo dell’omonimo clan, che l’allora commissario Maria Carolina Ippolito intendeva utilizzare «per finalità istituzionali e sociali». Allo stato non ci sono richieste formali e il bando, in scadenza a fine mese, è oggetto di polemiche in Calabria. Per la fondazione Con il Sud la nuova normativa mortifica il ruolo del Terzo settore confinato alla co-progettazione con i Comuni, unici titolari a partecipare al bando, mentre la Fillea Cgil denuncia che dalle Prefetture calabresi non sono ancora giunte comunicazioni di progetti presentati per accedere agli interventi finanziati col Pnrr.

Intanto, i pochi beni assegnati rischiano di non esserlo più dopo le verifiche sulla gestione. Sul caso Cutro, l’ex vicesindaco Carletto Squillace, socio Wwf, interviene a muso duro parlando di «un atto grave nei confronti  di chi dal primo  giorno  si è  esposto  in prima  persona, in tempi più  difficili, quando gli uomini  dei clon  erano tutti  liberi, e non è  la prima volta – aggiunge – che si cerca  di estromettere  il i ragazzi  del Wwf  da questa  struttura. Non sono mancati  gli atti intimidatori  e  i furti – ricorda Squillace – e io penso – osserva – che prima  di revocare  la struttura  andavano  contattati  i responsabili  e accertarsi  del lavoro  che è  stato fatto in questi anni. So solo – ricorda da ex amministratore – che la prima pietra  di Libera è  nata al Cela da qui abbiamo  diffuso  la cultura  secondo cui i beni dei mafiosi  potevano  ritornare alla  collettività».

L’invito di Squillace è quello di «rivedere  questa  revoca, perché  questo  è  l’ennesimo  passo  indietro  che sta facendo  questo benedetto  paese».

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