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Una commemorazione per le vittime della strage di Cutro

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CROTONE – “Dopo l’inerzia della notte del 26 febbraio, la notte della strage di Cutro, lo Stato ora si mostra molto attivo. Si presenta puntuale in aula nel processo contro i presunti scafisti e invece di chiedere scusa ai familiari delle vittime e ai superstiti, dice: io non pago. Il Tribunale di Crotone ha permesso alle parti civili di chiamare la Consap, e cioè il Fondo di garanzia per le vittime degli incidenti a terra e in mare provocati da mezzi non assicurati. E il Fondo è arrivato. Ha risposto alla chiamata; ma non per risarcire. Per dire che la legge parla di natanti mentre il caicco sarebbe un’altra cosa. Formalismo. Tentativi di sottilizzare e minimizzare”.

A dirlo all’agenzia Adnkronos è l’avvocato Francesco Verri, legale di parte civile del processo per il naufragio di Steccato di Cutro (Crotone) in cui morirono, lo scorso 26 febbraio, un centinaio di persone e con molti dispersi.

La Consap ha deciso di affidare allo Studio legale dell’avvocata Giulia Bongiorno, la Presidente della commissione Giustizia al Senato, la gestione della richiesta di risarcimento danni presentata allo Stato dalle parti civili della strage di Cutro. E ha chiesto di essere estromessa dal risarcimento delle vittime perché “non può essere assoggettato al codice delle assicurazioni”.

“Uno Stato dovrebbe comportarsi in un altro modo – ribatte l’avvocato Verri – Tralasciando il merito della questione di cui si occuperà il Tribunale che deciderà la questione il 29 novembre. Il punto è che lo Stato continua a far finta di niente. La strage non lo riguarda. Quella notte non è intervenuto nessuno, né in mare né a terra se non quando ormai non c’era più niente da fare. E ora? Che le vittime si arrangino, che le mamme rimaste senza i figli se la sbrighino da sole, che gli orfani trovino una soluzione. Tutto questo è sbalorditivo – dice l’avvocato Verri – Gli avvocati della Consap non c’entrano. Fanno io loro lavoro. Il problema è il loro cliente. Lo Stato a Crotone sta mostrando al mondo il suo volto più impietoso e cattivo. Ripeto: al di là del merito”.

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