L'ex governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio
INDICE DEI CONTENUTI
La corte d’Appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione per l’ex governatore Mario Oliverio e l’ex deputato Fernando Aiello dalle accuse di concorso in peculato in merito alla vicende delle spese per la partecipazione al Festival di Spoleto
CATANZARO – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione per l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio e l’ex deputato Fernando Aiello dall’accusa di concorso in peculato in relazione alla partecipazione della Regione al Festival dei due Mondi di Spoleto.
FESTIVAL DI SPOLETO, L’ASSOLUZIONE IN CORTE D’APPELLO
La Procura della Repubblica di Catanzaro, all’epoca guidata da Nicola Gratteri, aveva impugnato la sentenza assolutoria del Tribunale di Catanzaro, con un atto di oltre 20 pagine, ribattendo punto per punto alle motivazioni, ritenute «incongrue, inadeguate, errate in punto di fatto e di diritto». Secondo l’accusa, l’iniziativa sarebbe stata uno spreco di denaro pubblico, mirata più a fini personali e politici che alla promozione effettiva del territorio calabrese. L’avvocato Enzo Belvedere, difensore di entrambi gli imputati, ha evidenziato come fosse appropriata la spesa effettuata per la promozione della Regione Calabria.
IL LEGALE: NESSUNO SPERECO
Il legale ha affermato che non vi fosse nessuno spreco nel fatto che l’intervista del giornalista Paolo Mieli al presidente della Regione vertesse sulla storia personale di un esponente di primo piano della politica calabrese piuttosto che sulle bellezze tout court della Calabria. Una guida in grado di garantire investimenti e richiamare il turismo, secondo la difesa. Il legale ha anche evidenziato che gli stand della Regione che promuovevano le peculiarità gastronomiche e le risorse culturali della Calabria ebbero una risonanza mediatica che contribuì ad un implemento del turismo.
LEGGI ANCHE: Mario Oliverio assolto dalle accuse di peculato
L’INTERVISTA
In particolare, l’avvocato Belvedere ha messo a confronto gli 80.000 euro spesi per un evento di portata internazionale quale il Festival di Spoleto con il milione di euro impiegato, quando l’Oliverio non era più presidente, per una iniziativa effimera della cui memoria si sono perse le tracce.
IL RUOLO DI AIELLO
La partecipazione al Festival di Aiello, ha sostenuto il legale, era stata prevista perché componente, all’epoca dei fatti, del Consiglio d’Europa e dell’Osce. Una figura istituzionale con un profilo adatto a rappresentare la Regione in un contesto internazionale, insomma.
«La Corte ha ribadito la piena legittimità dell’operato di Oliverio e Aiello», afferma con ovvia soddisfazione il difensore. Secondo l’avvocato Belvedere, dal processo non è emerso neanche «un briciolo di riscontro ad imputazioni molto improbabili».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA