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La spiaggia di Cutro col relitto

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CUTRO (CROTONE) – Il numero dei migranti deceduti nel naufragio di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro è salito a 88, tutti i superstiti ricoverati precedentemente sono stati dimessi.

Lo rende noto la Prefettura di Crotone dopo che stamattina si è riunito il Centro Coordinamento ricerche per un aggiornamento dei lavori. Le attività di ricerca, sempre coordinate dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria, proseguono a oltranza, di giorno e di notte, precisa ancora la Prefettura, con gli stessi mezzi già impiegati ed implementati, nonché con uomini e mezzi di presidio a terra della Guardia Costiera, con il supporto della Questura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile regionale.

Sono invece 12 le salme custodite al Palamilone di Crotone. Di esse 5 non sono ancora identificate, una non è stata reclamata da alcuno, mentre per 2 sono in via di completamento le procedure di affidamento per l’espatrio in Iran, per 2 quelle in Afghanistan; per 1 in Pakistan e per 1 in Palestina.

IL SINDACO

“Questo mese ha cambiato la storia di Cutro che non è visto più solo come un paese di solo ‘ndrangheta, che non bisogna disconoscere, ma sta emergendo la parte buona, quella prevalente che c’è sempre stata e ci sarà e si sta esplicitando in vari modi”. Lo dice all’agenzia di stampa LaPresse il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso. “Si stanno accorgendo oggi di quello che è Cutro, noi siamo stati sempre così”. Ora “bisogna avere il supporto di tutta l’Europa. Si sta affermando sempre più il principio che bisogna lavorare tutti nella stessa direzione al di là delle varie posizione politiche. Non bisogna spegnere i riflettori. Se continuassero a morire persone sarebbe un fallimento”, conclude.

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