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Il presidente del Crotone Gianni Vrenna

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Una vera e propria spedizione punitiva di un gruppo di persone contro i giocatori del Crotone che si trovavano in spiaggia con le rispettive compagne


CROTONE – Qualcuno ha pedinato sette calciatori del Crotone Calcio e le rispettive mogli e fidanzate fino alla spiaggetta scogliosa ritagliata nell’incantevole località Scifo, a due passi dalla colonna di Hera Lacinia, simbolo di Crotone nel mondo. Poi ha avvisato qualcun altro. In 20 si sono raccolti e, armati di bastone e spranghe, sono entrati in azione e hanno picchiato duro. La spedizione punitiva si è materializzata il giorno dopo la sconfitta di domenica sera, in casa contro il Brindisi, ultimo in classifica e retrocesso matematicamente in serie C nonostante la vittoria allo stadio Scida. Il lunedì i calciatori lo avevano libero. Ma quella che doveva essere una giornata da trascorrere in spensieratezza si è trasformata in un incubo. Qualcuno di loro ha tentato di reagire alle botte, qualcun altro è riuscito a schivarle e scappare, il più giovane del gruppo ha riportato traumi evidenti a uno zigomo.

LESIONI NON GRAVI MA TANTO SPAVENTO

Le lesioni non sono state refertate e non sono gravi. Ieri i calciatori si allenavano normalmente. Ma lo spavento è stato grande. Non ci sarebbero denunce formali da parte dei giocatori, che si sono comunque recati in Questura per essere interrogati dalla Digos. Sono intensi gli accertamenti della polizia su quella che sembra essere stata, dicevamo, una vera e propria spedizione punitiva, riconducibile al malessere dei tifosi in seguito a un campionato non soddisfacente. La polizia ieri stava interrogando alcuni testimoni per ricostruire la dinamica dell’aggressione e risalire agli autori che sarebbero in via di identificazione.

In ambienti investigativi si esclude che l’episodio sia maturato in un contesto di ‘ndrangheta. Una ‘ndrangheta che peraltro a Crotone ha la testa nel pallone, se si consideri che uno degli imputati dell’inchiesta Glicine, Cesare Carvelli, accusato di essere il referente della cosca Megna nel settore della vigilanza privata, era autista del bus della società rossoblù. A Carvelli, secondo la ricostruzione della Dda di Catanzaro, il direttore generale Raffaele Vrenna jr, figlio di Gianni, il patron rossoblù, si sarebbe in passato rivolto per ordinare un pestaggio nei confronti di un commerciante che nella sede del Crotone era andato in escandescenze. Il boss Domenico “Mico” Megna, a quanto pare, prima di finire in carcere, nel giugno scorso, dopo aver acquisito la gestione della security attraverso una delle imprese di riferimento del clan, decideva anche chi entrava gratis allo stadio, e spesso erano i picciotti delle famiglie di ‘ndrangheta del circondario.

SPEDIZIONE PUNITIVA CONTRO I GIOCATORI DEL CROTONE, IL COMMENTO DELLA SOCIETÀ

La città si è stretta attorno ai calciatori. Il presidente Gianni Vrenna, suo figlio, il dg Raffaele Vrenna, e la società rossoblù hanno espresso «piena solidarietà» nei confronti degli atleti e hanno inteso «condannare fermamente qualsiasi manifestazione e forma di violenza». I commenti sui social sono, per lo più, dello stesso tenore, anche perché quello che è accaduto è di una gravità inaudita. «Il periodo difficile che la squadra sta vivendo – afferma il presidente Vrenna – di cui siamo i primi ad essere rammaricati, non può mai essere una giustificazione per gesti del genere. La violenza non è mai la soluzione, nello sport come nella vita, e questo è un concetto che dobbiamo ribadire senza indugi, impegnandoci anzi a diffonderlo».

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