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Giancarlo Devona, l’ex segretario particolare di Oliverio

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Secondo l’inchiesta Glicine un esponente del clan Marrazzo e noto massone appoggiò l’ex segretario di Oliverio, Devona alle regionali 2014

CROTONE – Lo dice lui stesso. Giancarlo Devona, l’ex segretario particolare di Oliverio ed ex assessore comunale del Pd ai Lavori pubblici finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta che la scorsa settimana ha portato all’operazione Glicine Acheronte, ammetterebbe di avere ricevuto appoggio alle elezioni regionali 2014 da Sabatino Marrazzo, detto il “massone” per la sua appartenenza alle logge e ritenuto esponente di vertice dell’omonimo clan di Belvedere Spinello.

DEVONA NON ELETTO DIVENNE SEGRETARIO DI OLIVERIO, IL PRESUNTO APPOGGIO DEI CLAN

Devona ottenne 2899 voti nella provincia di Crotone. Non ce la fece ad essere eletto. Ma finì nell’elenco dei collaboratori del presidente e successivamente ne divenne il segretario. L’ammissione, stando alla ricostruzione della Dda di Catanzaro, viene dallo stesso Devona, che, ignaro di essere intercettato, ne parla con un altro politico, Domenico Mellace, in passato anche lui assessore comunale (assolutamente estraneo all’inchiesta).

Oggetto del colloquio, nel marzo 2017, era lo scoop del Quotidiano sul “partito della pagnotta”. Il nostro giornale aveva pubblicato stralci di intercettazioni sul presunto sostegno del clan Marrazzo a Flora Sculco, eletta consigliera regionale nel 2014 con circa 9000 voti. «Votiamo la pagnotta, votiamo chi ci promette cose concrete», diceva uno dei presunti affiliati, Giovanni Battista Lombardo, immortalato dalla Dda mentre entrava, insieme a Santo Castagnino, di Mesoraca, considerato uomo della cosca Grande Aracri di Cutro, nella sede del movimento politico di Enzo Sculco, padre di Flora e leader del movimento territoriale dei Demokratici, poi ribattezzato Calabria in Rete.

L’OPERAZIONE SIX TOWNS E IL COMMENTO DEGLI SCULCO

L’articolo, basato su elementi dell’indagine che sul finire del 2016 aveva portato all’operazione “Six Towns”, era stato commentato anche da padre e figlia. Qualche giorno dopo la pubblicazione della notizia, Sculco diceva alla figlia di aver saputo che Sabatino Marrazzo «ha partecipato alla riunione alla sede del Pd in occasione della campagna elettorale di Devona».

In particolare, lo zio di Devona avrebbe contatto Marrazzo, il quale si sarebbe metteso a disposizione ed appoggiando la candidatura. «Hanno votato a me», invece, precisava Devona, fornendo un riscontro alla versione di Sculco senior, captata dalla Dda di Catanzaro, che per lui ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari nella nuova inchiesta, ritenendolo il dominus di un presunto comitato d’affari.

Il “massone” Sabatino Marrazzo, detto così per l’appartenenza alle logge, sarebbe stato fondamentale nella campagna elettorale di Devona, a dispetto delle sue parentele. Il segretario particolare di Oliverio era il cugino di Rocco Devona, pluripregiudicato affiliato alla cosca Megna, così come lo sarebbero lo zio e diversi tra i suoi contatti telefonici più frequenti.

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