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L’indagato chiave dell’inchiesta “Glicine”, Enzo Sculco

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È durato circa un’ora e mezza, davanti al gip del Tribunale di Crotone, l’interrogatorio di Enzo Sculco, indagato chiave dell’operazione Glicine

CROTONE – «Enzo Sculco ha parlato di un chiaro dileggio nei suoi confronti. Ha detto di essersi sentito dileggiato e oltraggiato. Ha stigmatizzato alcuni passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare, come quelli in si parla del “solito Sculco”, come se ci fosse un “metodo Sculco”. E ha annunciato che scriverà un libro su quanto sta accadendo, quando uscirà dagli arresti domiciliari». Lo ha detto l’avvocato Mario Nigro, storico difensore del politico crotonese ritenuto al vertice del presunto comitato d’affari. Comitato smantellato, la scorsa settimana, con l’operazione “Glicine” condotta dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri del Ros.

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Si è protratto per circa un’ora e mezzo l’interrogatorio di garanzia svoltosi, per rogatoria, dinanzi al gip del Tribunale di Crotone Elisa Marchetto. «Il mio assistito – spiega l’avvocato Nigro – ha fatto riferimento al Codice degli appalti. Un conto è l’affidamento diretto, altra la somma urgenza. In un’ottica di rotazione, la parte politica fa dei suggerimenti alla parte tecnica, a cui spettano le determinazioni». Un punto cardine della linea difensiva tanto più che, come ha sottolineato lo stesso Sculco nel corso dell’interrogatorio, «non ha lucrato neanche un centesimo sull’attività che gli viene contestata. Né tantomeno ci sono imputazioni in cui gli si contesta di essersi arricchito illecitamente».

Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Nigro ha chiesto la revoca della misura cautelare domiciliare per assenza di indizi e insussistenza di esigenze cautelari. Ma, soprattutto, «Sculco chiede di essere sentito dal gip titolare». E «lamenta i danni che questo arresto avrà per la città di Crotone». Sculco, infatti, ha rivendicato i meriti di una serie di finanziamenti di cui il territorio ha beneficiato grazie all’attività sua e di sua figlia Flora, ex consigliera regionale anche lei indagata. Da Antica Kroton alla bonifica, dal Teatro comunale alle vasche di laminazione nel quartiere Tufolo. Tra gli interventi post-alluvione che consentiranno di salvare vite, Sculco ha rivendicato i meriti di un’attività politica, la sua, e amministrativa, quella svolta dalla figlia, volta all’interesse del territorio.

Operazione Glicine, i dettagli emersi durante l’interrogatorio di Sculco

Con particolare vigore Sculco ha contestato l’aggravante mafiosa, peraltro avallata dal gip distrettuale Antonio Battaglia in relazione a uno solo dei capi d’imputazione, la presunta turbativa d’asta ruotante attorno all’assegnazione della gestione della Fiera mercato in occasione della festa della Madonna di Capocolonna. Il presunto patto elettorale con la cosca Farao Marincola di Cirò? «Non conosce nessuno degli accoscati, nel Cirotano sua figlia ha preso poche decine di voti nonostante parentele con pubblici amministratori, e non c’è nessuna intercettazione in cui Sculco parla con appartenenti al clan».

La presunta agevolazione nei confronti della cosca Megna? «Sculco ha sempre contrastato la criminalità organizzata. In seguito all’incendio della sua auto, in passato, durante una riunione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico convocata ad hoc ha fatto denunce precise, con nomi e cognomi». L’avvocato Nigro annuncia pertanto che «la difesa di Sculco andrà avanti in ogni sede, e fino in fondo, contro accuse che riteniamo infondate e denigratorie».

Tra i colletti bianchi ai domiciliari sentiti ieri per rogatoria, anche Giancarlo Devona, l’ex segretario particolare del governatore Mario Oliverio. Nel corso di un interrogatorio protrattosi per un quarto d’ora, assistito dall’avvocato Francesco Verri, Devona ha detto di non aver lucrato un solo centesimo in seguito all’attività svolta a fianco dell’ex presidente della Giunta regionale. Di aver fatto l’interesse del territorio e di non ricoprire più da alcuni mesi incarichi pubblici poiché sta svolgendo privatamente la professione di architetto.

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