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L'inaugurazione del monumento dedicato alle vittime del naufragio del 26 febbraio

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Inaugurato a Cutro il monumento in ricordo delle vittime del naufragio del 26 febbraio

CUTRO  – «È un simbolo importante che sta a ricordare quello che è successo, per non dimenticare, in  modo che tutti quando passano di qui negli anni che verranno dovranno ricordare quello che succede. Serve che i riflettori dell’attenzione non si abbassino perché questo monumento è stato fatto per il ricordo, proprio per evitare che questo succeda  un’altra volta. Questo è il messaggio che vogliamo dare, questa è una cosa importantissima che abbiamo fatto».

Così il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, dopo l’inaugurazione a Steccato di Cutro,  del monumento in marmo che è stato realizzato dall’artista di Strongoli Tommaso Fezza, in piazzale Africa, per commemorare il tragico naufragio del 26 febbraio scorso.

Una lapide in cui c’è anche un messaggio in ricordo da parte dell’intero consiglio comunale cutrese. E all’inaugurazione di ieri pomeriggio c’è stato un parterre d’eccezione, con il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, a rappresentare il Governo, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e del consiglio regionale, Filippo Mancuso, oltre a numerosi sindaci, non solo della provincia di Crotone.

Tra gli altri, i primi cittadini di Crotone, Vincenzo Voce, di Vibo Valentia, Maria Limardo, di Botricello Simone Puccio, oltre che molti colleghi del Crotonese ed il presidente della Provincia, Sergio Ferrari. Presente anche il neo prefetto di Crotone, Franca Ferraro, con il questore ed i vertici della forze armate provinciali. Prima ancora dell’inaugurazione, il sindaco di Cutro, con il presidente Occhiuto e la sottosegretaria Ferro, hanno incontrato un gruppo di familiari e sopravvissuti allo sbarco, che hanno assistito alla cerimonia. E poi, dopo l’esecuzione con una tromba del silenzio, il disvelamento del monumento e la benedizione da parte del parroco di Steccato di Cutro. Presente anche l’iman locale.

Sull’importanza di questa inaugurazione, si è soffermata il sottosegretario Ferro. «Per me è già la seconda volta: sono arrivata nell’imminenza con scene, devo dire,  che mi porterò nella mente per, credo, tutta la vita. È importante perché è la testimonianza,  questo monumento voluto dall’amministrazione Ceraso,  e una forma di memoria di ricordo, per tenere sempre viva e accesa quella che è una memoria che non deve essere chiusa in un cassetto ma che deve essere costruzione continua rispetto a un fenomeno migratorio molto ampio».

Fenomeno che, a suo dire, ha negli ultimi decenni ha provocato  «26 mila  vittime, che non sono poche,  e dove Cutro oggi diventa anche il simbolo di una politica migratoria che deve vedere l’Unione europea,  cosa che abbiamo notato in termini di  cambiamento di narrazione,  farsene carico  insieme ai paesi maggiormente esposti del Mediterraneo intervenendo al più presto sulla Tunisia,  perché gli sbarchi che stanno avvenendo in queste ore in Sicilia per lo più arrivano dalla Tunisia».

Sottolinea l’importanza di «non mettersi nella coda di chi in qualche modo  mostra umanità solo fino al giorno in cui arrivano alla banchina di un porto pensare che c’è il giorno dopo ed il giorno dopo ancora.  Quindi, aggiunge –  con un’integrazione giusta,  una migrazione regolare contingentata attraverso flussi migratori sicuri e liberi e nello stesso tempo la possibilità per questi uomini e queste donne di poter lavorare di poter realmente costruire quel futuro che spesso diventa salendo su  un barcone in mano agli scafisti». Per il sottosegretario, l’obiettivo è quello di «poter corrispondere a quel senso di accoglienza alla quale l’Italia è  sempre abituata ed ancor di più nel calabresi. Noi  siamo un popolo che emigra da sempre, e lo ha fatto e continuiamo a farlo per altri motivi». Ha, infine, ringraziato la catena di comando,  «tutti gli uomini e le donne in divisa, i  volontari,  pescatori e cittadini che sono stati veramente straordinari».

Con non poca commozione, poi, ha riferito del colloquio avuto con i superstiti ed i familiari: «Ognuno di loro sa il dolore profondo che ha provato,  il dolore di perdere un padre, una madre,  una sorella e che ovviamente l’augurio che faccio loro  è quello di non trovare la solidarietà fino alla banchina del porto, come dicevo prima, ma di trovarla dal giorno dopo. Di  trovare le condizioni di una vita ma che sia vita». Dopo la cerimonia, i sindaci, autorità e cittadini si sono trasferiti presso la chiesa dell’Annunziata di Cutro, dove si è tenuto un suggestivo  concerto in onore delle vittime, diretto dal maestro Alberto Veronesi, con l’Orchestra sinfonica della Calabria.

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