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Massimo Giletti

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LA domenica sera la Calabria è sempre protagonista nel programma di Giletti “Non è l’arena” su La7.

Il tema è la sanità locale che davanti al Covid si è sbriciolata come un biscotto grazie ai commissariamenti romani che non hanno mai risolto nulla e alla politica locale che ha pensato solo alle prebende.

Io apprezzo Giletti. È fuori dal coro. Punta le telecamere dove altri non guardano. Insiste sulla Calabria e i suoi guai perché funziona con il suo pubblico.

Il giornalista per questo racconto di denuncia si avvale di una compagnia di giro utile all’audience. Il sindaco di Napoli De Magistris, candidato governatore della Calabria, veste i panni del Robespierre. Spirlì facente funzioni e uomo di televisione non abbocca alla trappola e rifiuta gli inviti. La sinistra calabra conta come il Partito monarchico e nessuno la invita.

Poi ci sono gli urlatori. Il senatore Morra, presidente dell’Antimafia (quando grida all’Arena televisiva mi appare sempre il volto di Gerardo Chiaramonte che quel ruolo lo esprimeva con altro periodare senza perdere nettezza). Capo urlatore Lino Polimeni esperto capo indignados catodico locale che grazie a Giletti ha guadagnato ulteriore notorietà.

Giletti è divisivo per i calabresi. Lo adorano i peggioristi, non lo sopportano gli identitari. In effetti, a volte, cause simili o peggiori di altre regioni non vengono affrontate.

Il buon Massimo dice di non avere nulla contro la Calabria. Non ne abbiamo dubbi. E si presenta coma uno dei pochi che evidenzia guasti.

Non è così. Il Quotidiano sulla sanità pubblica calabrese fa buona informazione da anni. Fu, per esempio, decisivo per l’istituzione del 118 a Cosenza anni fa.

E anche sui temi toccati dall’ultima puntata di Giletti non mancano riscontri. All’anziana peregrinante per quattro ospedali e che ha trovato ricovero solo in Basilicata abbiamo dato spazio (LEGGI) e dedicato editoriali (LEGGI).

Sulle fatture pagate due volte all’Asp di Cosenza oggi dedichiamo approfondimenti relativi alle intercettazioni che provano lo scandalo (LEGGI).

E siccome sono pignolo, anche sul poliambulatorio di Amantea che mai si completa, nel nostro archivio, ho recuperato la pagina del 2015 che denunciava il fitto ai privati e il fatto che i lavori non si completassero da 18 anni (LEGGI l’articolo di Rino Muoio) (LEGGI L’ARTICOLO DEL 2012 di Rino Muoio).

Questo solo per far comprendere al lettore che non è solo chi urla che denuncia la malapolitica. Ci sono anche i giornali che trovano le notizie. Le verificano e le commentano con tono fermo ma pacato.

Se vogliamo cambiare lo stato delle cose in Calabria abbiamo bisogno di tutto. Della televisione urlata di Giletti e dei giornali come il nostro che ogni giorno raccontano la grande vergogna di una Sanità che ingrassa i furbi e ammazza la povera gente. Senza infiammare le corde vocali. Abbiamo bisogno di voce, non di alzare il volume.

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