X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – «Abbiamo appreso dagli organi di stampa, quasi con senso di incredulità, i contenuti dell’analisi del voto calabrese alle politiche operata dal Commissario D’Attorre e la sua volontà pervicace di proseguire nella sua esperienza alla guida del Pd calabrese». È quanto scritto in un documento dei Comitati pro Renzi della Calabria. «L’analisi del Commissario D’Attorre, infatti, appare fin troppo indulgente – prosegue il documento – riguardo all’esito elettorale, negativo a livello nazionale, che ha assunto nella nostra regione i termini di una vera e propria debacle, una inattesa e dolorosa disfatta, fotografata impietosamente dai numeri usciti dalle urne. L’incapacità dimostrata dai vertici regionali di cogliere a fondo il segnale, forte e chiaro, giunto dalle urne impone l’avvio immediato di una profonda e franca riflessione, anche dura se necessario, senza le ambiguità del passato che sono alla radice dei catastrofici risultati del 24 e 25 febbraio. Riteniamo – aggiungono i comitati – per questo che il Commissario convochi immediatamente la direzione regionale del partito aperta a tutti i segretari di circolo ed a tutti i democratici che vorranno partecipare. In sede di analisi possiamo subito dire che il Pd, e questo è apparso ancor più evidente in Calabria, ha dilapidato l’esperienza delle primarie, che pure hanno visto l’influenza delle gerarchie di partito ed ha soffocato quella spinta al rinnovamento proposta dalla straordinaria azione di Matteo Renzi e dei suoi comitati, che veniva con forza dalla base e dai militanti. Il nostro partito non è stato in grado di captare il grido di cambiamento che la gente urlava a gran voce e soprattutto non ha saputo comunicare e far comprendere a quei ceti sociali, che vivono il disagio di una crisi terribile, la volontà di attuare delle politiche in favore dei più deboli, di quelle famiglie attraversate da gravi drammi sociali, legati alla disoccupazione ed alle nuove forme di povertà. Quello che è successo suona come una bocciatura senza appello della classe dirigente nazionale e regionale, unica e principale responsabile dell’insuccesso elettorale e per la quale riteniamo a questo punto debba essere rispolverato il termine “rottamazione” non riferito certo alle qualità personali dei singoli esponenti ma all’esaurirsi della loro azione politica». I Comitati pro Renzi evidenziano inoltre che «la dirigenza calabrese del partito ha amplificato, se vogliamo, gli errori commessi dalla dirigenza nazionale: l’atteggiamento assunto, in occasione delle primarie, in difesa degli esponenti espressione della nomenclatura; la proposizione alle politiche di candidati non appartenenti ai territori; l’immobilismo dovuto a rendite di posizioni e ad estenuanti guerre tra parti avverse che, nella nostra regione, sono motivo di un commissariamento che oramai si trascina da anni e che ha svuotato di ogni autorevolezza il Pd calabrese, che pure si confronta con un centrodestra che ha fallito palesemente nella sua azione di governo regionale ma che nel risultato delle ultime politiche ha insperatamente trovato nuova linfa vitale. Tutto questo – conclude il documento – ci dice che, senza se e senza ma, è giunto il momento che il Commissario D’Attorre faccia un passo indietro lasciando la guida del partito e che con lui la classe dirigente compia un grande atto di coraggio e responsabilità uscendo al più presto di scena, perché ha la pesante colpa di non avere voluto aprire le vele per cogliere il vento di cambiamento che soffiava e soffia forte ed impetuoso tra i cittadini».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE