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CATANZARO – Oggi è l’ultimo atto di questa tornata di amministrative. Si vota solo nella giornata di oggi dalle 7 alle 23. Oltre 2 milioni di cittadini alle urne in 65 comuni. Ma sarà difficile dare una lettura politica al voto visto che in questo turno i grandi assenti sono stati i partiti, nascosti quasi ovunque dietro liste civiche. Per quanto riguarda la Calabria sono tre i centri sopra i 15mila abitanti chiamati al turno di ballottaggio: Catanzaro, Paola e Acri.

Sarà tra Valerio Donato e Nicola Fiorita la sfida a Catanzaro. Donato e Fiorita, al primo turno, hanno ottenuto, rispettivamente, il 44,01 ed il 31,71 per cento. Valerio Donato, 63 anni, ordinario di Diritto privato all’università Magna Graecia di Catanzaro ed avvocato patrocinante in Cassazione, è un ex esponente del Pd, partito dal quale si è allontanato nei mesi precedenti alle amministrative. È sostenuto da un’aggregazione politica e civica che vede insieme rappresentanti del centrodestra e del centrosinistra.

In particolare, il docente è appoggiato da Forza Italia e Lega, che però non si sono presentati alle elezioni con i simboli di partito, Scelta fatta anche da altri due partiti che lo sostengono, Italia Viva ed Udc. Donato rifiuta, comunque, l’etichetta di candidato sindaco del centrodestra, insistendo sul carattere civico della sua proposta politico-amministrativa. Nei giorni scorsi Fratelli d’Italia, con una presa di posizione espressa dalla coordinatrice regionale del partito, la deputata Wanda Ferro, ha ufficializzato il suo sostegno a Donato. Al primo turno, invece, il partito di Giorgia Meloni aveva presentato a sindaco la stessa Ferro, ottenendo il 9,16%. Le dieci liste che sostengono Donato hanno riportato una percentuale del 53,81%, ottenendo 18 dei 32 consiglieri di cui é composto il Consiglio, compreso lo stesso candidato a primo cittadino.

Nicola Fiorita, 53 anni, è anch’egli docente universitario. Insegna, infatti, Diritto canonico ed ecclesiastico all’Università della Calabria. E’ sostenuto, in primo luogo, dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, oltre che da alcuni movimenti civici. Le cinque liste che lo appoggiano, al primo turno, hanno ottenuto il 25,85%. A Fiorita ha espresso il suo sostegno nei giorni scorsi Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, che è stato candidato a sindaco con l’appoggio di cinque liste del centrodestra, tra cui «Noi con l’Italia».

Talerico ha messo a disposizione di Fiorita il 14,30% che ha ottenuto al primo turno. Risultato per il quale, però, è stato importante l’apporto di Domenico Tallini, ex dirigente di Forza Italia ed ex Presidente del Consiglio regionale della Calabria. Tallini non ha dato indicazioni per il ballottaggio ai suoi sostenitori, dissociandosi dalla scelta fatta da Talerico e rompendo così l’alleanza con il già candidato a sindaco.

ACRI

La scelta degli elettori acresi è tra l’uscente Pino Capalbo, la cui coalizione può contare sull’appoggio di sette liste (Partito Democratico, Pino Capalbo sindaco, Civicamente Acri, Acrinsieme, Azione con Calenda, Partito Socialista Italiano e Articolo Uno) e Natale Zanfini, con un raggruppamento di sei liste (Acri futura, Cambiamo Acri, Moderati per Acri, Acri bellissima, Acri.0 e Uniti centro e periferie).

Nel primo turno del 12 giugno, Pino Capalbo ha messo insieme 5719 preferenze, pari al 49,60%, non riuscendo a vincere per 39 voti; le sue liste hanno abbattuto il muro della metà, conseguendo la maggioranza assoluta, con 5803 voti, ovvero il 51,64%, e hanno già la sicurezza di poter contare su nove consiglieri su sedici in consiglio comunale, anche in caso di sconfitta. Natale Zanfini ha invece totalizzato 4580 voti, vale a dire il 39,72%; le liste che lo sostengono 4443, vale a dire il 38,53%.

Il divario è di più di mille voti di differenza e circa il 10%.Al ballottaggio non è arrivato Angelo Giovanni Cofone, che era il candidato di “Alternativa per Acri”, cioè Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle, che non ha siglato alcun accordo di apparentamento e ha rimarcato la sua equidistanza dai due candidati.

PAOLA

Emira Ciodaro e Giovanni Politano si contendono il “trono” su cui è stato seduto per tre consiliature il sindaco uscente di centrosinistra Roberto Perrotta, recentemente escluso dal ballottaggio per soli 48 voti.

Emira Ciodaro, a capo del cartello di liste raggruppate nella coalizione “La Paola che non ti aspetti”, ha infatti ottenuto 2.489 voti, mentre la coalizione popolare guidata da Giovanni Politano, è giunta seconda con 2.323 preferenze. La terza coalizione, quella esclusa per un soffio, era guidata dal primo cittadino uscente Roberto Perrotta: “La Nostra Paola”, 2.273 voti.

La coalizione guidata da Ciodaro è di centrodestra (Forza Italia), anche se contiene qualche lista di centrosinistra (i “falbiani” e i “grupilliani”), mentre la seconda è formata da esponenti di Partito democratico, Articolo1 e Fratelli d’Italia (sostenuta dall’assessore regionale Fdi Fausto Orsomarso e dall’ex consigliere regionale Pd Graziano Di Natale).

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