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Alta Velocità ferroviaria, l’ex ministra Paola De Micheli punta il dito contro il Governo: «Se c’è la volontà politica, i soldi si trovano»

«IL punto è politico. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministro devono volere l’Alta Velocità al sud. Se c’è la volontà politica, se l’intenzione è davvero quella di difendere lo sviluppo del Mezzogiorno, allora ci si assuma le proprie responsabilità e si tirino fuori anche le risorse».

All’altro capo del telefono, a parlare, è la deputata dem ed ex ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti – governo Conte II – Paola De Micheli. La nuova alta velocità Salerno-Reggio Calabria è nata nei mesi della sua guida al vertice del dicastero di Porta Pia ed è stata poi portata avanti dal governo Draghi. Ed è stata una sua interrogazione, lo scorso autunno, a far venire fuori che – senza troppa pubblicità – il tracciato calabrese della nuova infrastruttura stava per cambiare percorso ed era in cerca di una alternativa al ‘corridoio’ autostradale.

Nei mesi trascorsi dalla risposta a quella interrogazione a oggi, è stato avviato il dibattito pubblico per il secondo ‘pezzetto’ dell’infrastruttura, il Romagnano-Praia. Dal confronto tra i tecnici di Rfi e il territorio sono venute fuori due cose. La prima è l’abbandono definitivo, per Rfi, del lotto Praia-Tarsia (il corridoio autostradale). I costi di realizzazione e poi manutenzione si sarebbero rivelati insostenibili, per cui il ritorno sulla dorsale tirrenica. La seconda, più recente, è che in realtà, per ora, la nuova alta velocità in Calabria non arriverà. Si fermerà prima, perché i fondi non bastano.

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«Il cambio di tracciato? Io sono arrabbiata. Noi avevamo fatto un lavoro preparatorio importante. È chiaro, so benissimo che nelle fasi di verifica di un tracciato, soprattutto se si parla di una grande opera, può succedere di tutto. Se c’è il mandato politico, però, Rfi può individuare un altro percorso. E va trovato perché le ragioni che ci hanno portato ad avviare l’opera sono tuttora in piedi e richiedono che l’infrastruttura segua un tracciato baricentrico in Calabria – dice De Micheli sul tracciato dell’alta velocità –.
Quindi, come le dicevo, il punto è politico. Il ministero deve volere l’alta velocità in Calabria e deve volerla su tracciato non costiero. Tanto più ora che il ministro Salvini è così intenzionato a realizzare il ponte sullo Stretto. Al ponte serve un’alta velocità con un tracciato in grado di unire le due coste. Se non si può passare da Tarsia, si valuti una soluzione alternativa, ma mantenendo un itinerario centrale».

Tanto più, ricorda l’ex ministra, che l’ipotesi tirrenica dallo studio di fattibilità era ritenuta non perseguibile. «Il territorio è fortemente antropizzato. Che facciamo, espropriamo e abbattiamo le case dei cittadini calabresi per far passare i binari?» chiede.
La questione dei fondi terminati – si partiva con una dotazione di 9,4 miliardi che sarebbe dovuta bastare, nelle previsioni, per arrivare a Tarsia e che a quanto pare sarà sufficiente per completare il nuovo tracciato fino a Buonabitacolo – è altro problema risolvibile, dice, se c’è la volontà politica.

«I piani finanziari si fanno e poi si adattano in corso d’opera. Al di là di quanto l’intervento possa costare allo stato attuale, dopo la progettazione e visti i rincari dell’ultimo periodo, se il governo vuole realizzare l’opera, la fa. Si trovano le risorse, si allungano di due anni i tempi di realizzazione così da spalmare i costi… Una soluzione si trova, se c’è la volontà politica. Il punto è che io non credo ci sia, perché ci troviamo di fronte a un governo non meridionalista che vuol farci credere di amare il Sud e di sposarne la causa solo perché vuole fare il ponte sullo Stretto. Ma il ponte senza le altre infrastrutture è una cattedrale nel deserto».

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