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Il consiglio regionale della Calabria

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METTER mano alla legge elettorale – datata 2005 – «è opportuno», ma richiederà un lavoro organico, evitando «di procedere a spizzichi e bocconi»: nell’agenda del Consiglio regionale della Calabria è arrivato il momento delle riforme istituzionali. E anche se l’impulso proviene dall’opposizione, che ha depositato già due proposte di legge in materia, alla maggioranza l’idea non dispiace. «Il momento è giusto, non siamo a ridosso delle elezioni, anzi mancano ancora tre anni – sottolinea il consigliere regionale Giuseppe Graziano, di Azione – Ma ritengo vada fatta un’analisi complessiva delle riforme istituzionali in Calabria: legge elettorale, Statuto, criteri di incompatibilità e incandidabilità dei consiglieri regionali. Nella prossima conferenza dei capigruppo proporrò l’istituzione di un gruppo di lavoro, all’interno del quale avvieremo un confronto tra maggioranza e minoranza, con il supporto degli uffici dell’assistenza tecnico-normativa e di eventuali esperti esterni».

LE PROPOSTE DI RIFORME

Sono due quelle depositate e portano le firme di Mammoliti e Lo Schiavo. Propongono di ritornare ai cinque collegi provinciali, ridurre la soglia di sbarramento portandola al 3 per cento, introdurre il voto disgiunto. «La proposta è migliorabile, sono disponibile al confronto» ha detto Lo Schiavo in commissione. La maggioranza, per ora, non si è sbilanciata troppo. «Ne discuteremo in un confronto complessivo» dice Graziano. Per ora, insomma, nessun orientamento di scuderia.

CONSIGLIERE SUPPLENTE E GIUNTA

La revisione complessiva delle “regole del Palazzo” è l’occasione per tirar fuori dal cassetto la proposta che introduce, nella legge elettorale calabrese, l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di assessore e la risolve non con le dimissioni dalla prima, ma con la previsione del supplente. Il consigliere che diventa assessore, insomma, cede lo scranno – finché resta in Giunta – al primo dei non eletti. La proposta era stata accantonata, su sollecitazione del presidente Occhiuto, e rinviata a un futuro approfondimento su Statuto e assetto del Consiglio.

«La discussione sull’introduzione del consigliere supplente va ripresa in un processo di revisione complessiva e affrontata con la massima tranquillità – dice Graziano – È stata già prevista in altre regioni e, peraltro, è contenuta anche nella bozza di legge statale che reintroduce le vecchie Province».

E se il principio, insomma, varrà per loro, è il ragionamento, allora perché le Regioni non dovrebbero adottarlo? Ma c’è un altro punto che potrà essere oggetto di discussione: i vincoli alla composizione della Giunta. Nel 2015 – presidente Mario Oliverio – il Consiglio regionale della Calabria fece riforme dello Statuto, assegnando al governatore la prerogativa di nominare assessori esterni senza limiti numerici. E Oliverio la sfruttò a stretto giro, nominando un esecutivo – il suo secondo – tutto di tecnici. «A giudicare dai risultati non direi sia stata una scelta felice – dice Graziano – Penso sia il caso di tornare a un vincolo numerico, perché gli eletti vanno valorizzati».

CRITERI DI INCOMPATIBILITA’

Su questo punto, probabilmente, si assisterà a un’accelerazione: il consigliere Giuseppe Neri sta già lavorando a una bozza. «I criteri che stabiliscono l’incompatibilità e incandidabilità di un consigliere vanno definiti meglio, oggi ci sono ancora troppe ambiguità. E in Giunta delle elezioni, ogni volta, è necessario chiedere un parere tecnico e i tempi si allungano – spiega Graziano – vorrei si potesse procedere in modo più spedito e oggettivo, senza lasciare spazio a interpretazioni. Qui, però, forse si dovrà intervenire prima: ci sono ancora ricorsi pendenti e poi abbiamo le Europee alle porte, se qualcuno si candida e viene eletto, si dovrà procedere con surroghe…».

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