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COSENZA – Un primo passo per riportare i medici sulle ambulanze e sperare che qualcosa cambi nel più breve tempo possibile all’interno delle Asp. I sindacati e il commissario ieri hanno firmato la modifica dell’accordo integrativo regionale, fermo al 2006, relativo all’emergenza-urgenza. Un passaggio necessario dopo un anno di “guerra” che ulteriormente svuotato le ambulanze dai medici.

La questione centrale è quella delle indennità che a Catanzaro e Crotone i dottori sono stati costretti a restituire, generando una diaspora che ha immobilizzato il fronte più importante del sistema sanitario. L’accordo è stato raggiunto ieri in maniera unitaria con la struttura commissariale gestita da Occhiuto ed Esposito. A firmarlo sono Cgil Medici, Cisl Medici, Fimmg, Fismu, Smi e Snami. Un «primo passo» dice Franco Masotti, segretario Cgil Medici, che indica anche quale sarà la strada da seguire. «Dovremo occuparci di altri due settori, le ex guardie mediche e la medicina dei servizi territoriali».

Lì dove, insomma, si assiste da tempo ad un progressivo allontanamento dei camici bianchi. E questo anche per una questione di trattamento economico. I dottori del 118 guadagnano 24 euro lorde all’ora e hanno rapporti di lavoro a convenzione (almeno l’80% di quelli in servizio). Con le indennità si arriva a 34 euro. «Si tratta in pratica di portare quasi al pari – dice Masotti – chi è a convenzione con chi è a rapporto di dipendenza con le aziende».

E poi c’è l’aspetto degli aumenti dei compensi, ridiscusso nell’accordo di ieri. «Per il 118 può essere una inversione di tendenza per superare le problematiche ataviche che hanno messo in crisi l’intero sistema – scrive invece la Fismu – Risolve alcune specificità criticità a causa del mancato riconoscimento di alcune indennità da parte di alcune Asp. Ma soprattutto migliora l’aspetto economico con un congruo aumento dei compensi. Una firma unitaria anche grazie alla sensibilità del Commissario Straordinario, Roberto Occhiuto e del sub Commissario Ernesto Esposito. Un disponibilità che ha consentito di raggiungere in breve tempo un accordo risolutivo. Ora è opportuno, importante e urgente aprire una discussione sulla riorganizzazione della medicina generale sul territorio e sulla continuità assistenziale». Ora, però, dovranno essere le Asp a ritirare i provvedimenti di stop, nella speranza che questo primo passaggio possa far tornare qualche dottore in servizio, vista la progressiva “de-medicalizzazione”.

«I medici – insiste Masotti – non scarseggiano ma devono essere incentivati a preferire un settore come questo. E’ una questione di assistenza, un nodo centrale soprattutto per la cittadinanza. E’ una questione di importanza vitale». Al momento, però, non si parla di bonus per tutti, vale a dire anche autisti e infermieri, uno dei passaggi chiave dell’intervento di Occhiuto due giorni fa in Cittadella. Ma la strada sembra segnata.

«Il 118 in Calabria va rifondato – fa sapere il commissario in una nota – ed è nostra intenzione farlo anche attraverso il confronto con i sindacati, con gli operatori sanitari, con gli addetti ai lavori, con coloro che quotidianamente sono impegnati in prima linea per assistere le comunità. È importante questo primo passo – e ringrazio il sub commissario Esposito per il prezioso lavoro svolto – perché ci dà la possibilità di procedere ad una progressiva revisione del servizio, anche grazie ad esperienze di eccellenza di altri territori che faremo nostre nel più breve tempo possibile. Adesso avanti con il dialogo per altre intese, che dovranno interessare l’intera medicina generale, i presidi sanitari sui territori, e l’organizzazione dell’intero comparto regionale».

Insomma, il rilancio del settore parte da due punti chiave: «la formazione del personale – chiosa Franco Masotti – e una adeguata remunerazione». Senza questo, in un territorio complesso come quello calabrese, si rischia un ulteriore aggravarsi delle situazione.  Che non è affatto semplice: stando all’ultima rilevazione del ministero al momento il servizio di emergenza urgenza ha un ritardo di 29 minuti medi tra la chiamata di soccorso e l’arrivo del mezzo sul posto, in peggioramento rispetto agli anni precedenti.

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