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PALMI (RC) – I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia deceduta nel 2011 dopo avere ingerito acido muriatico.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica, diretta da Emanuele Crescenti. Agli arrestati vengono contestati i reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo, furto aggravato e istigazione ad esternare false dichiarazioni davanti al Tribunale.

Secondo quanto è emerso dalle indagini, Maria Concetta Cacciola, nipote del boss della ‘ndrangheta Gregorio Bellocco, sarebbe stata costretta ad ingerire acido muriatico per indurla a ritrattare le accuse di appartenenza alla ‘ndrangheta che aveva rivolto ad alcuni suoi familiari.

Nell’inchiesta sono coinvolti anche due avvocati, Gregorio Cacciola e Vittorio Pisani. Quest’ultimo, da qualche mese, collabora con la giustizia ed è proprio dalle sue dichiarazioni che sarebbero scaturiti gli sviluppi investigativi che hanno portato ai nuovi arresti.

Per la morte di Maria Cacciola sono state decise quattro condanne nel processo con rito abbreviato che aveva come imputati i familiari della testimone di giustizia e per l’avvocato del Foro di Palmi, Vittorio Pisani.

 

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