X
<
>

La locandina del film

Condividi:
4 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – È la grottesca caricatura del reggino medio, col chiodo fisso donne e pallone (ma quando sarà costretto a scegliere tra le due opzioni non esiterà a rinnegare la sua passione per la Reggina). Preoccupazione della mamma per una occupazione stabile, lavorativa e sentimentale, che tardano ad arrivare. Postura che ricalca un certo imprinting identitario a corredo di una caratterizzazione del personaggio tipico, condita da quelle battute in dialetto reggino che hanno fatto la fortuna degli sketch visti e sentiti in tv, sui social, nelle piazze, nei teatri o in radio. Cappellini con i marchi di fabbrica “Kimmy Vardy” o “A salai” e occhiali da sole d’ordinanza.

“Sandrino – il film” è uno specchio. In cui Reggio e i reggini si riflettono per tutti i 95 minuti di pellicola. Ridendo, oltre che per le situation comedy di un Pasquale Caprì divertente ed esilarante, anche di sé. È una seduta di autocoscienza collettiva. Che mostra alcuni scorci incantevoli della nostra città mentre la racconta attraverso le peripezie del giovane protagonista, transfert antropologico di un modo di fare e di pensare più vicino allo spettatore di quanto lui stesso possa pensare.

Sandrino/Caprì è guidato dagli zii Ben (un sempre professionale Benvenuto Marra, praticamente ormai spalla di Caprì nella vita) e Giorgio (un bravo Giorgio Casella, una sorta di Lino Banfi alla riggitana). Il primo, imprenditore danaroso e persona matura e responsabile, prova (con scarsi risultati) a portarlo sulla retta via. Il secondo, eterno Peter Pan combinaguai, tenta (e ci riesce senza grossi sforzi) a trascinarlo in situazioni poco raccomandabili.

In mezzo le (dis)avventure di Sandrino, che tra una sbruffonata e una perla di saggezza popolare, offre una seduttiva weltanschauung di periferia. Mattatore assoluto, Sandrino/Caprì, con il suo versatile talento, non travalica mai i limiti. Ostenta sicumera, ma spesso e volentieri torna sconfitto. Dietro quell’aura ruvida e insensibile solo in apparenza, si cela in realtà un ventaglio di sentimenti nobili e autentici.

Il Sandrino che non ti aspetti si fa veicolo di messaggi sociali contro l’uso di sostanze stupefacenti («l’unica mia vera droga è u pilu»), per un deciso no al bullismo e a sostegno di valori quali l’amicizia e la fratellanza. La “scorcia” dal cuore tenero. Tra Checco Zalone e Gigi D’Alessio.

Cast made in Rc, comparse locali, professionalità locali e maestranze locali. «Il primo film comico a km 0», come lo definiscono in molti, c’è da giurarlo, non sarà l’unico. Certo, non mancano luoghi comuni e scene che non rimarranno certamente nella storia della cinematografia mondiale. Non era agevole trovare un filo conduttore scenico e narrativo che facesse da collante ai formidabili pezzi di cabaret di Caprì. Il prodotto finale comunque rifugge dagli stereotipi. E non si possono non apprezzare il coraggio e l’impegno per un’impresa per nulla scontata.

Così come non si può neppure ignorare la raffica di risate, applausi e apprezzamenti alle prime visioni. Epilogo strameritato per la travagliata gestazione e l’enorme lavorio di tutta la macchina organizzativa.

I protagonisti sul palco del teatro “Cilea” alla prima del film

Le riprese risalgono a inizio 2019, poi quando tutto era pronto per l’uscita in sala ecco scoppiare la pandemia con le relative restrizioni. Tutto rinviato all’aprile 2022 quindi. Dopo l’anteprima riservata alla stampa al cine-teatro “Il Metropolitano”, la prima al teatro comunale “Francesco Cilea” è sold out. Le successive tre proiezioni al “Metropolitano” e le prime in giro per la provincia registrano prevendite a ritmi tambureggianti. E dal 19 maggio “Sandrino” è in programmazione al cinema Aurora di Reggio.

Il film è una produzione “Ndi Salamu” in collaborazione con La Fotografia, Film Maker Academy e Dna Strands Productions. Regia di Lorenzo Amadeo e Davide Manganaro (che cura anche la sceneggiatura), prodotto da Paola Pratticò, direttore della fotografia Eleonora Caracciolo, produttore esecutivo Giuseppe Emilio Bruzzese, direttore di produzione Caterina Callipo, scenografia di Massimo Barresi, costumi di Renè Bruzzese, suono presa diretta Simone Tripodi, montaggio di Francesco Nucara, musiche originali e sound mix di Lenzo Malafarina. Patrocinio istituzionale di Comune e Città Metropolitana.

Infatti tra le prime file della platea al “Cilea” ci sono il sindaco sospeso (ma non dalle imitazioni di Caprì) Giuseppe Falcomatà con la consorte, il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti e l’omologo metropolitano Carmelo Versace. No spoiler, ma ai titoli di coda (anche prima a dire la verità) ridono tutti per quell’umorismo leggero, mai sopra le righe, che regala spensieratezza e non è mai superficiale. Sandrino è veramente uno di loro.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE