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Il tabellone dell'operazione Costa Pulita

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VIBO VALENTIA – I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia Andrea Mancuso e Annamaria Frustaci hanno chiesto stamani al giudice per l’udienza preliminare distrettuale Pietro Carè il rinvio a il giudizio per tutti gli indagati coinvolti nell’inchiesta antimafia “Costa Pulita” contro le famiglie Mancuso di Limbadi, Accorinti di Briatico e Il Grande di Parghelia.

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In tutto 82 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, appalti truccati, danneggiamenti e detenzione illegale di armi, il tutto con l’aggravante della mafiosità. Il giudice ha ammesso parte civile i comuni di Vibo Valentia, Briatico e Parghelia, la Provincia di Vibo e l’associazione antiracket rappresentata dall’avvocato Giovanna Fronte.

Disco verde anche per gli imprenditori Salvatore Barbagallo di Briatico, Francesco Cascasi di Vibo Marina, Giuseppe Di Masi, Angelo Derenzo, socio della Tirrena Trasporti srl”, oltre a diversi altri titolari di attività imprenditoriali del territorio. Resta fuori invece un altro sodalizio, la “Paolo Borsellino Onlus” mentre – e questa è una notizia di per sé rilevante – per il ministero dell’interno nessuno si è costituito, anche se ciò potrà farlo in apertura di un eventuale dibattimento.

In 29 poi hanno avanzato richiesta di rito abbreviato. Tra questi l’ex sindaco di Briatico Francesco Prestia, quello attuale Andrea Niglia che ricopre anche la carica di Presidente della Provincia. Richiesta di rito alternativo avanzata anche dal boss Cosmo Michele Mancuso, da Antonio Accorinti e Carmine Il Grande, ritenuti i vertici delle rispettive famiglie.

La decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio e su quelle di giudizio abbreviato è attesa nel mese di aprile.

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