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Il luogo dell'omicidio

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VIBO VALENTIA – Ci sarebbe un indagato nella vicenda dell’omicidio di Giuseppe De Masi, 39 anni, avvenuta ad opera di qualcuno che ha agito a volto scoperto mentre era di trovava dal barbiere a Soriano nel tardo pomeriggio del 31 dicembre scorso.

Il provvedumento emesso dalla procura di Vibo riguarderebbe un imprenditore edile 40enne compaesano della vittima verso il quale nei giorni scorsi è stata compiuta una perquisizione domiciliare ad opera dei carabinieri che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per aprire una cassaforte. L’uomo sarebbe indagato quale esecutore materiale del delitto.

Questa attività era solo l’ultima di una serie già espletata nelle scorse settimane e subito dopo l’omicidio di De Masi, a dimostrazione che l’attività investigativa diretta da Falvo è incessante. In questi giorni, infatti, Soriano è stato presidiato dalle forze dell’ordine e diverse sono state le perquisizioni effettuate nel centro delle Preserre sulle cui risultanze vige, com’è comprensibile, il massimo riserbo.

Il misterioso omicidio che ha squarciato la comunità sorianese e non solo, nel pomeriggio della vigilia di Capodanno, resta dunque sotto la lente della Procura ordinaria e non della Dda di Catanzaro. Tanti gli interrogativi da parte dell’opinione pubblica circa il perché di un simile delitto, considerato il profilo della vittima descritta, dai più, quale persona buona e dedita al lavoro e alla famiglia. De Masi, che era stato coivolto nell’operazione “Ghost” venedo poi assolto, è stato ucciso all’interno di una barberia per mano del Killer che lo ha freddato con 3 colpi di pistola fatali, di cui uno alla testa. Si era recato dal suo barbiere di fiducia come faceva tutte le settimane e dopo aver trascorso il Natale al Nord con la famiglia. La vittima era infatti rientrata in paese a trascorrere il Capodanno, appena il giorno prima. Facile ipotizzare che chi lo attendeva con furia omicidia, fosse/fossero a conoscenza dei suoi spostamenti.

Hanno fornito con tanto di riscontri le tre persone che, a bordo di un’utilitaria, si erano recate presso l’autolavaggio della vittima, appena mezz’ora prima dell’ episodio di sangue. Tre uomini di due diversi centri del Vibonese, si erano infatti portati presso l’attività di De Masi (dove non l’avrebbero trovato) per un saluto e chiedere dove potessero acquistare dei fuochi d’artificio, come affermato da uno degli occupanti dell’autovettura, il quale, appreso dell’omicidio del giovane una volta rientrato a casa, avrebbe, nei giorni seguenti, reso spontanee dichiarazioni attraverso il proprio legale di fiducia per chiarire la sua, e quella dei suoi compagni di viaggio, estraneità ai fatti.

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