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Graziano Maccarone e Nicola De Luca

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VIBO VALENTIA – Esclusione dell’aggravante mafiosa, reato riqualificato da tentata estorsione in tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni e, quindi, non luogo a procedere per intervenuta prescrizione in ordine a tale ultimo reato. Questa la sentenza del Tribunale collegiale di Vibo Valentia nei confronti di Graziano Maccarone, 43 anni, di San Calogero, già segretario particolare dell’ex vescovo di Mileto Luigi Renzo. Sentenza di assoluzione, in linea con quanto chiesto dalla Procura distrettuale antimafia, invece per Nicola De Luca 42 anni, di Rombiolo. Per lui “il fatto non sussiste”.

Maccarone era accusato di avere messo in atto un tentativo di estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, ai danni di Roberto Mazzocca, imprenditore padre di una giovane disabile. Nei confronti di Maccarone, la Dda di Catanzaro aveva chiesto la condanna a 7 anni e 6 mesi, mentre per Nicola De Luca la stessa Procura distrettuale aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato.

Secondo quanto è emerso dalle indagini svolte all’epoca dalla Squadra mobile di Vibo Valentia, Mazzocca si era rivolto ai due sacerdoti per ottenere da loro un aiuto economico allo scopo di evitare alla figlia il pignoramento dei beni a causa di un debito contratto con un’altra persona. Maccarone e De Luca, secondo la prospettazione fatta inizialmente dall’accusa, avrebbero costretto Mazzocca, con violenza o minaccia, a restituire loro la somma di denaro ricevuta in prestito.

I due prelati avrebbero anche avuto un incontro col padre della ragazza disabile. In questa occasione, don Maccarone avrebbe riferito all’imprenditore che il denaro datogli in prestito non era suo ma di alcuni suoi cugini che sarebbero stati in rapporti di vicinanza con la famiglia mafiosa dei Mancuso.

Dall’indagine è emersa anche una lunga serie di messaggi telefonici a sfondo sessuale che Maccarone avrebbe inviato alla figlia disabile dell’imprenditore, dalla quale avrebbe ricevuto foto compromettenti e indumenti. Graziano Maccarone era difeso dall’avvocato Fortunata Iannello, mentre Nicola De Luca era assistito dall’avvocato Giovanni Vecchio. Mazzocca, unitamente ad una figlia, erano assistiti dagli avvocati Michele Gigliotti e Daniela Scarfone, patroni di parte civile.

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