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Luigi Mancuso

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VIBO VALENTIA – Nuovo colpo di scena nel processo Rinascita-Scott che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale di Vibo. La Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese, nell’interesse del boss Luigi Mancuso, ha infatti annullato con rinvio quanto deciso dalla Corte d’Appello di Catanzaro la quale, a sua volta, aveva dichiarato invece efficaci tutti gli atti processuali assunti sino a quel momento a carico dell’imputato, la cui posizione, dopo la ricusazione accolta nei confronti dei giudici del collegio, era nel frattempo confluita in un altro procedimento: Petrolmafie-Dedalo.

LA STORIA

Quando, il 5 marzo 2021, era stata depositata la motivazione della sentenza “Nemea” (poi unita a Rinascita) nella quale si esprimeva un giudizio su Mancuso (che veniva indicato come capo Crimine) la difesa del boss di Limbadi aveva invitato il presidente Brigida Cavasino e il giudice a latere Gilda Romano all’astensione. Circostanza che era avvenuta salvo poi venire rigettata dal presidente del tribunale di Vibo, Antonio Di Matteo.

A quel punto, sempre la difesa, aveva presentato in Corte d’Appello a Catanzaro l’istanza di ricusazione che i magistrati avevano però dichiarato inammissibile. Sulla scorta di quella decisione, sempre i legali di Luigi Mancuso, erano ricorsi in Cassazione che, invece, aveva dato loro ragione annullando con rinvio per un nuovo giudizio della corte di secondo grado.

Si è arrivati, quindi, a settembre quando si è svolta l’udienza davanti ai giudici catanzaresi che – sulla base del pronunciamento dei colleghi romani – il 15 settembre avevano emesso l’ordinanza con la quale accoglievano nel merito la dichiarazione di ricusazione riservandosi di decidere in merito all’efficacia o meno degli atti.

Il 14 ottobre la Corte d’appello aveva depositato il provvedimento con cui aveva fatto salva tutta l’attività istruttoria svolta nei confronti del Mancuso. Anche in questo caso però gli avvocati Scinica e Calabrese avevano presentato ricorso in Cassazione e venerdì scorso, infine, è arrivata la decisione di quest’ultima che annulla con rinvio ad un nuovo giudizio alla Corte d’appello perché gli atti dovevano dichiararsi tutti inefficaci nei confronti di Mancuso; nelle more di tutto questo la posizione del boss è stata riunita quella del procedimento Petrolmafie in quanto, dopo lo stralcio da “Rinascita”, la Corte d’appello aveva accolto nel merito la ricusazione; a quel punto si era incardinato un processo a carico solo di Luigi Mancuso e un processo a carico solo di Peppone Accorinti (che qualche settimana prima della decisione sul boss di Limbadi aveva chiesto e ottenuto la ricusazione del Collegio di Rinascita) dove per il primo gli atti erano risultati validi almeno fino a venerdì, mentre per il secondo erano stati dichiarati inefficaci.

Pertanto, la Procura antimafia, sulla base di questa validità degli atti dei confronti di Mancuso, aveva chiesto di riunire la sua posizione – e quindi tutto il processo di Rinascita svolto fino al 14 settembre – nel procedimento Petrolmafie.

Ma adesso che la Cassazione ha annullato ci sarà sicuramente un nuovo giudizio in Corte d’appello che, con una pronuncia della Cassazione che appare blindata, a giudizio dei legali dell’imputato non può non dichiarare l’inefficacia degli atti anche a carico del proprio cliente.

ACCOLTO IL RISCORSO DELLA DIFESA DI LUIGI MANCUSO. E ADESSO?

Questo si dovrebbe riflettere su tutto il processo che potrebbe tornare alle fase iniziali. Siccome Mancuso è stato riunito a Petrolmafie, la sua posizione non può essere più stralciata e pertanto se per la sua posizione si renderà necessario ripartire daccapo, il resto degli imputati di tale procedimento dovranno aspettare che lo svolgimento del dibattimento a carico di Mancuso fino a quando non tornerà alla fase in cui si trovava fino a venerdì scorso. Da lì, potrò poi riprendere per tutti gli altri. Mancuso compreso.

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