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VIBO VALENTIA – Si chiude con nove condanne e tre assoluzioni il processo “Replay”, celebratosi davanti al Tribunale collegiale di Roma, avente ad oggetto una presunta associazione criminale dedita al narcotraffico internazionale.

Oggi, l’ottava sezione penale presieduta dal giudice Paola Roja, ha emesso il verdetto che chiude il primo grado di giudizio di un procedimento penale travagliato, protrattosi per anni, dopo l’incompetenza territoriale che ha fatto spostare il procedimento penale dalla Calabria alla Capitale.

E tra i condannati c’è anche quel Pasquale Bonavota, ritenuto a capo dell’omonimo clan di Sant’Onofrio, catturato proprio il 27 aprile scorso, giorno in cui era attesa la sentenza (poi rinviata ad oggi) dopo quasi quattro anni e mezzo di latitanza.

Questo, dunque il verdetto che ha visto cadere il vincolo associativo per cui le pene inflitte riguardano solo i reati fine: Giuseppe Antonio Accorinti a 10 anni e 40mila euro di multa (escluse le aggravanti e ritenuta la continuazione);  Pasquale Bonavota a 6 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa;  Pasqualino La Pasta, 4 anni e 6 mesi e 20mila euro di multa (concesse le attenuanti generiche); Luciano Casamonica, 7 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa (esclusa l’aggravante); Francesco De Masi 7 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa (esclusa l’aggravante); Vincenzo Brunori 8 mesi e 5mila euro di multa (ritenuta la continuazione); Ruben Alicandri 4 anni e 6 mesi e 12.500 euro di multa (ritenuta la continuazione); Francesco Ricci 4 anni e 20mila euro di multa (concesse le attenuanti ed esclusa l’aggravante);  Luciano Marsella 8 mesi e 2.500 euro (riconosciuta la continuazione).  Assoluzione piena, invece, per Cosimo Ierace, Nicola Barbieri e Carmelo Gentile.

L’indagine, che risale al 2004, aveva riguardato un presunto gruppo dedito allo spaccio di ingenti quantitativi di stupefacente che avrebbe avuto tra i principali promotori Accorinti, ritenuto il presunto boss del Poro, unitamente ad altri soggetti di interesse investigativo come Pasquale Bonavota.

Il Tribunale di Vibo Valentia, in precedenza aveva comminato condanne pesantissime con particolare riguardo ad Accorinti (21 anni), poi annullate senza rinvio dalla  Cassazione. Nel prosieguo anche il processo a Roma si è caratterizzato per numerosi rinvii per giungere oggi alla sentenza che esclude l’esistenza dell’associazione, limitando la condanna per alcuni reati-fine che in appello potrebbero cadere sotto la scure della prescrizione.

Accorinti, attualmente ristretto al 41 bis, è difeso dall’avvocato Francesco Sabatino mentre Pasquale Bonavota dagli avvocati Tiziana Barillaro e Massimiliano Riga.

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