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Il deputato cinquestelle Riccardo Tucci

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«Non sono arrivate le risposte che ci aspettavamo alle interrogazioni presentate dai consiglieri regionali Francesco Pitaro e Marcello Anastasi ai responsabili della Regione Calabria. O meglio, non sono arrivate le risposte tout court, dal momento che la replica affidata al dirigente generale del Dipartimento di tutela dell’ambiente Gianfranco Comito non dirada i molteplici dubbi, essendo incompleta, lacunosa e reticente».

È quanto afferma, in una nota, il deputato del MoVimento 5 Stelle Riccardo Tucci, a proposito del centro di gestione dei rifiuti da ubicare nel territorio di Dinami, nel Vibonese.

«Pertanto – annuncia -, da oggi, intraprenderemo una nuova strada che è quella della raccolta firme finalizzata alla richiesta di un referendum popolare previsto dallo statuto comunale. I cittadini del Comune di Dinami democraticamente decideranno del proprio futuro e della realizzazione dell’impianto con annessa discarica di rifiuti».

Il deputato aggiunge: «Nella replica del Dg Comito scompare l’impianto del vetrificatore, cosa gravissima, essendo lo stesso cruciale per l’intero progetto. Il vetrificatore non è nient’altro che un inceneritore “senza fiamma” che produce scorie altamente nocive, micropolveri e nanopolveri. Ha costi molto alti e presenta una tecnologia oramai superata dalla storia. Non è un caso che il primo impianto sperimentale realizzato a Gioia del Colle, in provincia di Bari, sia stato posto sotto sequestro, dopo pochi mesi, anche per le criticità summenzionate».

Quindi evidenzia: «Nel documento si fa riferimento all’incontro del sindaco di Dinami Gregorio Ciccone con la cittadinanza, del 9 giugno scorso, facendo quasi intendere che lo stesso abbia chiarito quel che si vuole realizzare. Cosa tutt’altro che avvenuta: Ciccone – incalza Tucci – si è congedato dalla manifestazione con la “minaccia” che qualunque cosa pensassero i cittadini sull’argomento, ciò non l’avrebbe fatto recedere dal suo proposito di andare avanti per la propria strada».

E infine Tucci chiarisce: «Ora si comprende la necessità dell’Ato vibonese di dotarsi di un impianto di auto-gestione dei rifiuti per rendersi indipendente dalle altre province calabresi, ma questo obiettivo dovrà perseguirsi seguendo criteri di ragionevolezza, non abbandonandosi ciecamente al primo progetto demenziale messo sul tavolo. Si dovrebbe, cioè, ragionare in un’ottica di economia circolare, di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti strutturandosi con le filiere a freddo degli impianti a trattamento meccanico e biologico. Il mondo è già in quella direzione e sarebbe un grave arretramento accettare, supinamente, certi modelli antistorici. Dunque – conclude il parlamentare – sarebbe auspicabile sedersi tutti attorno a un tavolo per ridiscutere e individuare la migliore soluzione al problema, preservando la salute e l’ambiente e tenendo in debito conto la volontà popolare».

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