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MILETO – Il botta e risposta tra il consigliere di minoranza, Vincenzo Scopelliti, e il primo cittadino, Salvatore Fortunato Giordano, sul concorso per l’assunzione di un dipendente all’ufficio tecnico comunale registra una nuova presa di posizione dell’ex sindaco.

LEGGI LA NOTIZIA SULLA RICHIESTA DI INTEGRAZIONE E LA REPLICA DEL SINDACO

«Caro Signor Sindaco – esordisce Scopelliti – il raggiungimento di un obiettivo è la risposta più soddisfacente ed esaustiva, potrei quindi ritenermi soddisfatto. Ho chiesto ed ottenuto! Ma il confronto è sempre fecondo e culmina, se non travisato, in una parabola chiarificatrice e costruttiva».

Ricordando come «in data 13 gennaio 2020 ho presentato un’interrogazione scritta (sul concorso, ndr) limitandomi ad indicare l’elemento discriminante per le categorie professionali, Ingegneri ed Architetti e a richiedere una modifica o un’integrazione», il consigliere di opposizione ribadisce di non aver «mai chiesto di annullare o bloccare il bando» anche se «avrei potuto legittimamente richiederlo sulla scia dell’art. 16: “L’amministrazione si riserva la facoltà di effettuare eventuali modifiche o integrazioni al presente bando di concorso, di sospenderne, prorogarne o riaprire i termini nonché di annullarlo o revocarlo per motivi di interesse pubblico. Il Comune di Mileto si riserva inoltre la possibilità di non procedere all’assunzione del vincitore in caso di entrata in vigore di norme, anche sopravvenute, che dovessero rendere incompatibile l’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato di personale, con gli obiettivi di finanza pubblica e/o con i limiti imposti agli enti locali, in materia di assunzioni di personale».

Rispetto alla propria interrogazione, poi, Scopelliti denuncia di non aver avuto «risposta, ma ho appreso dai giornali della “rettifica” apportata successivamente al 13 Gennaio 2020», e malgrado ciò il sindaco Giordano «mi accusa pubblicamente di fare “polemica sterile tesa a bloccare un’iniziativa importante”? Dove, quando?».

L’ex primo cittadino chiede all’attuale sindaco: «Le ha dato fastidio che, nello svolgere il mio lavoro di consigliere di Minoranza abbia informato la sua persona e la cittadinanza della “svista”, “errore” non di poco conto contenuto nel bando? Ha letto o mal interpretato il mio articolo e la mia interrogazione o ha un concetto tutto suo del termine Collaborazione?».

Si sorprende Scopelliti della reazione di Giordano che «ha militato per anni sulla poltrona della minoranza, salvo una volta abbandonarla e non mi sembra si sia mai risparmiato dal vigilare sull’operato della maggioranza di turno. All’attivismo dell’attuale amministrazione per 5 anni risponderò sempre con il medesimo attivismo, finalizzato all’interesse pubblico e mai al solo soddisfacimento del mio ego».

Chiarito ciò, poi, il consigliere di opposizione aggiunge che se fosse stato informato dell’imminente rettifica «non avrei avuto nulla da contestarle, nulla da scrivere sui giornali e avrei risparmiato a lei di fare pubblica e sterile demagogia che ha come strumento il populismo».

Del resto «la campagna elettorale – rincara la dose – è chiusa da mesi quindi non comprendo l’incoerenza della sua penna! Se Tizio e Caio, mossi dalla stessa causa raggiungono il medesimo obiettivo anche se non sono del tutto d’accordo e Tizio riconosce l’errore e ne pone rimedio rettificando perché riservare a Caio sentimenti di esecrazione, tacciandolo di ostruzionismo, mentre a Tizio sono riservati solo apprezzamenti?»

Il tutto senza dimenticare che, al di là delle enunciazioni di principio, «la casa Comunale non è un “Palazzo di vetro”, ma di cemento e io dal di fuori non posso avere conoscenza visiva dei suoi segreti incontri. Sono un medico, ma ho notato che lo stesso dato discriminatorio le è stato fatto notare dal presidente dell’ordine degli Ingegneri di Vibo Valentia, il tutto in buona fede. Buona fede che lei non ha compreso».

In conclusione, comunque, Scopelliti “rassicura” Giordano: «Stia tranquillo, non le serbo alcun rancore, ma si abitui per questi 5 anni al mio fecondo attivismo perché non intendo far da suppellettile della Casa Comunale, scaldare la poltrona, chiudere occhi se qualcosa mi appare anche minimamente lesiva dell’interesse pubblico e soprattutto non intendo venir meno al mio ruolo abbandonando la poltrona», piuttosto «intendo collaborare, vigilare, documentarmi, studiare, perché a detta di Albert Camus la sola buona volontà se non è illuminata può fare guai quanto l’ignoranza. Buon lavoro Signor Sindaco».

«Stia tranquillo il sindaco per 5 anni sarò qui a svolgere il mio ruolo»

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