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L'assessore Marco Talarico

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Dopo giorni di riflessione, Marco Talarico, assessore al Contenzioso e Personale al Comune di Vibo rompe il silenzio offre alla cittadinanza la sua versione dei fatti sulla sua presunta incompatibilità nel ricoprire l’incarico in quanto accusato di essere moroso nei confronti dell’ente locale


LE sue dichiarazioni erano le più attese soprattutto perché era la persona tirata in ballo dall’interrogazione della consigliera di opposizione Maria Rosaria Nesci e così, dopo giorni di riflessione, Marco Talarico, rompe il silenzio offre ai cittadini di Vibo la sua versione dei fatti sulla vicenda della sua ventilata incompatibilità per via della morosità verso l’ente. Morosità che, conferma, ha iniziato a saldare al suo insediamento in Consiglio (eletto in Consiglio prima dell’incarico da assessore).

Parla di “giuristi e opinionisti della domenica” che hanno offerto le varie versioni sulla sua “sussurrata ma mai contestata, ad oggi, incompatibilità ex art. 63, comma 1, n. 6  D.lgs n. 267 del 2000 (Testo unico degli enti locali), pur in pendenza di un piano di rateizzazione concordato con l’Agenzia dell’Entrate e Riscossione e puntualmente rispettato. Interviene “per rigore di chiarezza, in quanto, ricoprendo una carica pubblica”, chiamato “in causa, personalmente, in questi giorni di particolare attenzione e fibrillazione tra le forze politiche d’opposizione”.

“NESSUN EFFETTO TALARICO SULLA NASCITA DEL NUOVO GRUPPO IN CONSIGLIO A VIBO”

L’assessore comunale al Contenzioso e Personale procede dunque con ordine nella sua esposizione dei fatti facendo prima riferimento alla formazione di un nuovo gruppo consiliare che, per una “davvero forzata lettura, si vuole far passare come “effetto Talarico”. Nulla di più lontano dalla evidente verità – sottolinea –  Anzitutto chi conosce la politica sa bene che operazioni, quali la nascita di un nuovo gruppo consiliare, non si costruiscono in tre giorni, occorrendo molto più tempo e quindi il fatto che sia sorto un nuovo gruppo consiliare, in coincidenza con l’emergere della situazione che mi riguarda, può valere solo ai fini di mere illazioni, seppure comprensibili” in quello che lui definisce un “clima avvelenato”. 

E rivolgendosi soprattutto ai meno attenti Talarico rimarca che se proprio si vuole individuare una tempistica in questa vicenda, “si può far notare, a chi abbia voglia di intendere, che il comunicato con cui è annunciata la nascita del nuovo gruppo consiliare in seno al Comune di Vibo Valentia, potrebbe essere stato diramato proprio al termine di una riunione tenutasi a Reggio Calabria, immediatamente dopo la chiusura lavori del Consiglio Regionale di martedì sera. Superfluo aggiungere, infatti, che nello stesso comunicato diramato non si faccia nessun riferimento a motivazioni dipendenti dalla mia persona e/o incarico”.

LA QUESTIONE DELLA PRESUNTA INCOMPATIBILITA’

Quanto alla questione prettamente relativa alla ventilata incompatibilità, il componente della Giunta rileva in primis che il punto n. 4 dell’art. 63 de Tuel recita fra l’altro che  “…La pendenza di una lite in materia tributaria ovvero di una lite promossa ai sensi dell’articolo 9 del presente decreto non determina incompatibilità.” E il motivo a giudizio di Talarico è presto detto, poiché “ove un amministratore voglia disfarsi di un avversario politico gli sarebbe sufficiente inviargli una spropositata ingiunzione di pagamento per tributi, al fine di renderlo incompatibile, innocuo a livello politico ed in seguito farlo decadere”. Rigetta categoricamente, l’avvocato vibonese, la presenza di alcun “intento malevolo” e sottolinea che tuttavia “esistono delle cartelle con conteggi Imu mal calcolati ai quali mi sarei potuto benissimo opporre ma che, per senso etico, ho accettato nell’iniquo conteggio al momento di assumere la carica pubblica”.

TALARICO: “TUTTO AVVENUTO NELLA PIENA TRASPARENZA”

Insomma, secondo l’assessore comunale di Vibo tutto è avvenuto nella “piena trasparenza e con dichiarazione analitica e veritiera dei  fatti  al   momento   della dichiarazione   inerente   ai   motivi   di ineleggibilità/incompatibilità, con regolare convalida del Consiglio Comunale nel luglio del 2024” e stando così le cose, Talarico prenda atto che “si discute nuovamente di una questione che appariva oggettivamente assodata e conforme a diritto. Tanto perché la causa di incompatibilità di cui si tratta va raccordata con l’aggettivo “esigibile” e con l’avverbio “invano” contenuti nella previsione di cui al n. 6 dell’art. 63 del Tuel il quale sta a significare che l’ipotesi si applica quando il debitore alla notifica abbia tenuto una condotta inerte e inadempiente e non quando ha accettato il debito tramite un accordo formale di rateizzazione, che, come noto, impedisce all’Agenzia di riscossione di procedere esecutivamente sintanto che il piano di rateizzazione è onorato”.

L’ASSESSORE DI VIBO: “NON ESISTE ALCUNA INCOMPATIBILITà”

E tale conclusione è “conforme anche alla ratio della norma, atteso che la ratio che accomuna tutte le cause di incompatibilità alla carica di consigliere comunale è quella di evitare qualsiasi conflitto tra l’interesse pubblico e quello privato degli amministratori comunali, nell’intento di evitare che la partecipazione alle cariche amministrative possa risolversi in un vantaggio per l’eletto. Vantaggio che non potrebbe mai esserci proprio perché vi è stata una formale rateizzazione”. Pertanto, in conclusione, Marco Talarico rileva “l’assenza di incompatibilità nell’esercitare il mandato con la doverosa serenità e imparzialità richieste”.

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