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Il vescovo emerito di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo

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MILETO (VIBO VALENTIA) – «Ho combattuto la buona battaglia (con voi a fianco), ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede»

A distanza di una decina di giorni dall’ufficializzazione del suo addio alla diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea (LEGGI) il vescovo emerito Luigi Renzo ha deciso di scrivere ai sacerdoti e ai fedeli una vera e propria lettera di commiato.

Una lettera nata dall’esigenza intima dell’uomo di chiesa che ha sentito «il bisogno di ringraziare ciascuno di voi ed in particolare i più stretti collaboratori per il prezioso servizio offerto, che ha consentito in questi quasi 14 anni di mio ministero tra voi di (fare) un bel cammino di Chiesa che ha avuto certamente i momenti per me più esaltanti nella Visita Pastorale (2011-2015) e nel Sinodo Diocesano (2017-2021), che abbiamo appena concluso lo scorso 20 giugno».

Il vescovo Renzo si rivolge ai «carissimi Confratelli nel Sacerdozio e fedeli laici tutti» precisando di essere «stato in dubbio sulla opportunità di scrivervi questa lettera visto che dal primo luglio non sono più il vostro Vescovo».

In quella data, infatti, «il Santo Padre ha accolto la mia richiesta di anticipare di un anno la mia rinuncia dall’Ufficio di Vescovo della Diocesi ed ha altresì provveduto a nominare contestualmente come Amministratore Apostolico “sede vacante” S. E. Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, che ha già iniziato il suo mandato» (LEGGI).

Commozione ed empatia

È una lettera commossa quella che Luigi Renzo da vescovo emerito della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea scrive a coloro che fino a pochi giorni fa erano i suoi sacerdoti e che fra qualche mese conosceranno la nuova guida della diocesi. Renzo esprime il desiderio che gli effetti del cammino fatto assieme in questi 14 anni «con l’aiuto del Signore, possano continuare copiosi ed efficaci con l’impegno di tutti, sacerdoti e laici insieme, come già abbiamo esperimentato con grande passione e docilità allo Spirito».

Ma non manca anche un riferimento diretto a quanto accaduto negli ultimi giorni, alla repentinità di un cambiamento forse da qualcuno atteso e previsto ma di certo per molti inaspettato tanto da suscitare sorpresa e sgomento per le modalità e qualche dubbio su quelli che i più smaliziati chiamano “i retroscena” (LEGGI): «Mi rendo conto che questo mio gesto inatteso per tutti possa lasciare amarezza nel cuore, ma anche per me è stata una decisione dura e per certi versi traumatica».

Ringraziamenti e richieste di perdono

Ma forse anche per questo, il vescovo vuole ringraziare «di cuore tutti quelli che tra di voi in questi giorni hanno voluto esprimermi in vario modo vicinanza, stima ed amicizia».

Ringraziamento cui segue la richiesta di perdono «per le mie immancabili inadeguatezze manifestate in questi 14 anni, come chiedo una preghiera speciale perché anch’ io possa presto metabolizzare quanto accaduto onde avviare con serenità la nuova dimensione della mia vita».

LEGGI ANCHE: CELEBREZIONE DEL 50ESIMO ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO: L’ADDIO DI RENZO ALLA DIOCESI

Un invito alla preghiera rivolto a tutti, un rifugiarsi nella preghiera scelto per se stesso per “metabolizzare” quello che i più vicini collaboratori hanno letto come un grande dolore.

Un dolore, peraltro giunto alla vigilia del 50esimo anniversario di sacerdozio, che il vescovo ha vissuto nel momento in cui la Santa Sede ha comunicato l’immediata accettazione della rinuncia con contestuale nomina di un amministrazione apostolico esterno.

La consapevolezza di un legame indissolubile

L’ormai ex pastore della diocesi confessa come «molteplici sono le sensazioni che agitano la mia anima», in questi giorni ma «vi assicuro che l’amore che mi lega a questa Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea è così profondo che non sarà la mia lontananza fisica ad impedirmi di continuare a vivere fino in fondo la mia comunione con voi».

Alla chiusura della missiva il vescovo riserva prima l’invito a tutti i sacerdoti: «Vogliatevi bene e rimanete uniti tra di voi e con il Popolo di Dio affidato alle vostre cure pastorali. Io pregherò per voi sempre e vi chiedo la carità di fare la stessa cosa anche voi per me. Questo cementerà ancora di più la nostra fraternità ed il nostro reciproco affetto», poi la citazione di San Paolo, contenuta anche nella missiva inviata al Santo Padre: «Ho combattuto la buona battaglia (con voi a fianco), ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede», ed infine il proprio commiato: «Con questi sentimenti vi saluto e prego di cuore il Signore perché faccia scendere su di voi la sua pace e la sua Benedizione».

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