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A Rombiolo il Festival della musica, organizzato dall’associazione MusicaInsieme in sinergia con l’Agimus di Catanzaro

ROMBIOLO – UN pianoforte sulla scena tra i tendaggi dello spettacolo, in una atmosfera elegante, curata, a tratti sublime. L’arte sa regalare momenti unici, carichi di un sentimentalismo verace, straordinariamente umano, che si nutre di secondi intensi e vividi, in grado di evadere il tempo e lo spazio.

L’auditorium di Rombiolo è stato teatro di un festival della musica, diretto artisticamente da Andrea Brissa, che ha raccontato giovani talenti, perché l’Italia possiede un vero e proprio patrimonio di musicisti, cresciuti nei conservatori, essi sanno incantare il pubblico, dominare le scene, padroneggiare i teatri.

Li conosciamo poco i nostri musicisti: siamo disabituati a lasciarci trasportare dalla potenza catartica della musica, ci siamo troppo allontanati dall’arte, che è liberatoria e salvifica. A Rombiolo è andata in scena una simbiosi tra musica e teatro, suono e interpretazione, esecuzione e racconto.

IL FESTIVAL DELLA MUSICA DI ROMBIOLO ORGANIZZATO DA MUSICA INSIEME E AGIMUS CATANZARO

Un evento organizzato per la prima edizione dall’associazione Musica Insieme unitamente all’Agimus di Catanzaro, con la collaborazione dell’Arci di Rombiolo, presieduto da Francesco Ferraro e patrocinato dell’amministrazione comunale. Presenti per tutta la kermesse il presidente e il vicepresidente dell’associazione Musica Insieme, rispettivamente Giuseppe Sergi e Antonio Michele Donato, i quali hanno condotto il festival. Gli artisti hanno spiegato al pubblico i brani e la loro storia, un aspetto questo bellissimo del festival, che si è fatto meta festival: i musicisti letteralmente dentro le loro interpretazioni.

La prima serata ha visto i saluti introduttivi del sindaco, Domenico Petrolo e l’esibizione dei maestri Teresa Spatola e Giuseppe Marco Daniele; musicisti giovani dotati di un linguaggio artistico forte, capace di intessere un potente pathos, vibrante, che ha toccato le corde del pubblico. La seconda serata è stata, invece, la serata del Jazz con il maestro Francesco Miniaci e il duo “The Art of the duo”, suoni morbidi, sensuali, passionali, il jazz è empatico: riporta lo spettatore al suo vissuto, ai suoi amori, alle sue nostalgie, ai suoi desideri, è un linguaggio strepitosamente quotidiano, che possiede una specie di retrogusto dolce, come un frollino arancia e cioccolato.

La seconda serata è stata rasserenante e intima, magistrale l’interpretazione. Maestosa, infine, la terza serata, con l’auditorium gremito di persone e l’esibizione dei maestri Isacco Buccoliero e Giuseppe Donato, lunghi minuti di applausi e un grandissimo calore che ha sugellato magnificamente la tre giorni. Appuntamento al prossimo anno con una manifestazioni che punta a consolidarsi nel tempo.

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