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Due velocità stanno segnando questa fase della campagna vaccinale: da un lato la spinta dell’azienda sanitaria locale, dall’altro la vita raccontata dalla gente, fatta di attese e proteste, ma anche di serenità ritrovata dopo il vaccino. In mezzo, le forniture, che a volte sembrano essere copiose per l’Irpinia, altre volte distillate con il contagocce, altre ancora evanescenti, fino a doversi fermare del tutto, come è accaduto a Pasqua, nei centri vaccinali.

Gli stessi che, in questi giorni, dei ventidue attivati in provincia di Avellino, stanno funzionando per poco più della metà. Nella giornata di martedì ne erano attivi tredici, si sta procedendo con le secondi dosi di richiamo. La campagna vaccinale continua anche attraverso il Drive through ora a Sturno, poi a Lioni e Moschiano, e presso le residenze sanitarie, e ancora con le unità mobili che stanno portando il vaccino a domicilio.

La parola d’ordine è coprire le fasce deboli, chiudere con tutte le persone che per svariati motivi non hanno ricevuto l’inoculazione, neanche la prima dose, e farlo con gli over 80, i disabili, i fragili. Ma metà dei punti vaccinali qui in Irpinia sono fermi, perché evidentemente non si può allo stesso tempo continuare con le altre fasce di popolazione, per mancanza di vaccini.

E’ una storia a doppia velocità perché se si spinge in una direzione, si viene a mancare nell’altra, e così la coperta, sempre troppo corta, non riesce a coprire tutto quanto il letto. La direttrice generale dell’Asl Maria Morgante annuncia che stanno arrivando o si è in attesa delle forniture, poi quantizzando, si capisce che le dosi non possono essere in grado di coprire i prenotati di questa provincia, dove si è arrivati ad oltre dodicimila persone vaccinate, ma serve fare ancora tantissimo.

«Abbiamo avuto una piccola quantità di Moderna, 3900 dosi – ha detto la manager- altre 3100 dosi di Astrazeneca (attese ieri, ndr) mentre aspettiamo la consegna di Pfizer, previste undicimila dosi. Non è tantissimo, stiamo lavorando, i 22 centri possono lavorare contemporaneamente, ma le dosi disponibili ci permettono di garantire solo la seconda dose ». Il ritmo infatti delle vaccinazioni è sceso notevolmente, passando dai quasi quattromila vaccini al giorno della settimana scorsa ai 1500 di questi giorni. Ivana Picariello

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