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NAPOLI – Il barelliere di un’associazione di soccorso aggredito a calci e pugni a Milano; una dottoressa del 118 strattonata e fatta cadere da uno squilibrato al Pronto Soccorso di un ospedale di Napoli; un’ambulanza della Croce Medica di Sassari data alle fiamme probabilmente nell’ambito di una vicenda privata. Sempre a Napoli, ma all’ospedale Pellegrini, denunciato un paziente che ha scaraventato a terra una barella e danneggiato una porta. Episodi diversi tra loro, con dinamiche e motivazioni anche lontane, ma che rientrano nella striscia di violenza iniziata a Capodanno ai danni di chi fornisce assistenza medica con le aggressioni registrate a Napoli. Prima con il lancio di un petardo all’indirizzo di un’ambulanza (il medico a bordo rischia di perdere il 50% dell’udito) e poi con l’aggressione, sempre ad opera di un paziente con turbe psichiche, a un dottore del S.Giovanni Bosco.
A Milano ne ha fatto le spese il soccorritore di una Croce, un uomo di 60 anni, aggredito a calci e pugni da uno sbandato in stato di ebbrezza che poi ha danneggiato anche l’ambulanza.
L’episodio – avvenuto in piazzale Maciachini a Milano – risale a ieri mattina. L’aggressore, un brasiliano di 33 anni con precedenti, ha cominciato a prendersela con il lettighiere, entrato in un bar tabacchi in un momento di pausa. Prima lo ha preso a calci e pugni costringendolo a rifugiarsi sul mezzo parcheggiato all’esterno e a chiudersi dentro con i colleghi.
Poi lo ha inseguito prendendo a calci e pugni anche l’ambulanza.
Fermato dai poliziotti, deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento.
A Napoli il terzo caso di violenza nei confronti di un medico nel giro di 48 ore si è verificato ancora al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco dove ieri sera una dottoressa del 118 è stata strattonata e insultata da uno squilibrato che si opponeva alle cure obbligatorie.
Oggi la dottoressa minimizza l’accaduto: «Devo dire – spiega all’Ansa Alessandra Tedesco – che quella di ieri è l’aggressione meno grave di tutte. Per fortuna sto bene e non ho avuto bisogno di medicazioni. Solo un pò di paura». E’ la stessa dottoressa a ricostruire quanto accaduto ieri sera. «Erano circa le 20 quando siamo intervenuti in piazza Cavour, dove uno squilibrato sporco di sangue dava in escandescenze. Perdeva sangue, aveva il setto nasale rotto dopo aver dato testate contro il muro e stava a torso nudo. Una volta condotto al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco non voleva farsi curare, ha cercato di fuggire. Io l’ho rincorso, era molto agitato, e mi ha strattonata facendomi perdere l’equilibrio.
Purtroppo ospedali come il San Giovanni Bosco scontano il fatto di non avere il drappello di polizia all’interno». Il pensiero della dottoressa corre a un precedente ben più grave di cui fu vittima: «Sì quattro anni fa, sempre al San Giovanni Bosco, fui aggredita dai parenti di una persona deceduta. La mia sola colpa allora fu quella di averne comunicato la morte ai suoi cari.
Quel giorno me la vidi veramente brutta».

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