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NAPOLI.”Ambizioni spropositate, felicità per occupare la panchina partenopea, ma non garantisco”, parole che suonano come un campanello d’allarme, non tanto per i due pareggi consecutivi, ma per quell’eccesso di sicurezza coinciso con l’insipido atteggiamento al Franchi e lo stravolgimento di schema e di uomini nella partita contro il Lecce. Voler far giocare tutti é un debito, da estinguere quanto prima, con il Presidente, cercare alibi e scaricare sugli atleti le imperfezioni delle scelte, diventano giustificazioni poco credibili: “… dobbiamo assumere subito la sagoma di giocatori forti, noi non siamo un club che può limitarsi a dire abbiamo avuto sfortuna, quella palla lì se andava dentro… dobbiamo andar lì e giocare un calcio di livello, feroce, siamo il Napoli, poi è chiaro che le analisi le fanno tutte, ma le intenzioni devono essere quelle”. E le critiche vanno accettate, soprattutto se corroborate da evidenze, come le difficoltà incontrate sia nel primo che nel secondo tempo ( un po’ inferiori, numericamente, grazie all’inserimento dei “titolari”, collaudati nelle due vittorie precedenti ndr):

” Io non avverto alcun clima negativo, niente, ma pure se lo avverto non modifico il mio comportamento ed il mio lavoro. Vivo per creare allenamenti fatti bene e sviluppare un grande gioco, piacevole per sportivi di palato fine come quelli del Napoli. Ma la si mette sempre con vincere o morire ed a me garba poco, se non vinci hai fallito… e io non so se vinco, la direzione è quella lì. Quelli andati via li avete visti o vi serve lo schema? Bisogna riorganizzare la squadra, si cambiano i pronostici in base a ciò che è successo il giorno prima. Le personalità erano quelle lì, è un percorso di crescita, lo si può fare più velocemente o lentamente ma c’è da farlo e serve un po’ di tempo per diventare un gruppo come l’anno scorso, io l’avevo messo in conto nel nuovo ciclo di giocatore”

D’accordo, tempo al tempo, ma gli esperimenti riserviamoli alle amichevoli, e già con la Juve Stabia (squadra di Lega Pro) il 4-2-3-1 non aveva brillato, nonostante il lodevole impegno dei Raspadori, Donbele e Simeone. Non sono i numeri che determinano la vittoria, ma chi scende in campo, e Lobotka, Kvara e Zielinski devono giocare sin dall’inizio, a nostro parere, e, solo a risultato acquisito dare spazio ad altre soluzioni. Ritorno al passato recente, ma vincente? “Ieri mezza squadra non si è allenata perchè ha svolto il defaticante, perciò non sarà facile capire l’undici da mandare in campo. E’ chiaro che quando non si vince, ci sarà sempre chi storcerà il naso, ma posso dire che con tante gare da giocare sono possibili sempre delle rotazioni”. Azzardi almeno il tridente che sosterrà Osimhen, sempre più solo a battagliare con doppie marcature: “Contro la Lazio vorrei vedere le sintesi di gioco per essere bravi a fare meno tocchi e al tempo stesso far girare al meglio la palla. Kvaratskelia? Sono aspetti normali, dipende dall’avversario ma anche all’adattamento ad un campionato diverso, attraverso delle scorciatoie che ti bruciano energie nervose”

Problemi ne riscontra nel 4-3-3? “Nel 4-3-3 quando Di Lorenzo e Lozano spingono, con Politano che si accentra per agevolare l’esterno offensivo, la manovra è liquida, traendo giovamento. Mentre Kvaratskelia è bravo nell’uno contro uno, che fa parte del calcio di oggi, anche se lo si fa di meno, per via della fisicità e l’essere tignosi”. Spiegazioni che convincono, forse poco, e che nascondono qualche perplessità sulla reale considerazione di alcuni uomini base, come Osimhen e Lozano, troppo poco vivace e reattivo, nonché precipitoso, il primo, abulico ed eccessivamente individualista il secondo, al punto da tenerli in campo per un periodo lungo, fidando in qualche spunto da campione, ma oscurando Simeone e Politano, da utilizzare, invece, con Kvara e Zielinski, usufruendo di classe con il polacco, di rapidità e visione di gioco con il giorgiano, di dribbling e tiro dalla distanza con l’ala destra. Spalletti non dimentichi che i cinque cambi sono un’opportunità da utilizzare a tempo debito!

Probabili formazioni

Sono da valutare le condizioni di Felipe Anderson in vista della sfida di campionato tra la Lazio e il Napoli. Il brasiliano è uscito per infortunio durante il match di mercoledì scorso con la Sampdoria. In caso di forfait, sarà Pedro a prendere il suo posto nell’attacco dei biancocelesti completato da Immobile e Zaccagni.

Lazio (4-3-3): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic; Milinkovic-Savic, Cataldi, Luis Alberto; Pedro, Immobile, Zaccagni.

Osimhen è in cerca di riscatto dopo la prova incolore offerta mercoledì sera al Maradona contro il Lecce. Il centravanti nigeriano guiderà il reparto offensivo degli uomini di Luciano Spalletti impegnati allo stadio Olimpico contro la Lazio. Alle sue spalle dovrebbero partire titolari Lozano, Zielinski e Kvaratskhelia.

Napoli (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui; Anguissa, Lobotka; Lozano, Zielinski, Kvaratskhelia; Osimhen.

Arbitro: SOZZA della sezione di SEREGNO (MB)

Assistenti: ROCCA – VONO

IV uomo: SERRA

VAR: FABBRI

AVAR: RANGHETTI

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