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Claudio D'Alessio e Nicole MInetti

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Dovrà tornare in aula il 27 settembre Claudio D’Alessio (figlio del cantante napoletano Gigi D’Alessio), accusato di aver picchiato e ridotto in “stato di semi schiavitù” la collaboratrice domestica che prestava servizio nella sua casa in quartiere Parioli. I fatti risalgono al 2014, mentre il processo è cominciato già nel 2018: a settembre la prossima udienza, con Claudio D’Alessio che dovrà comparire in aula per rispondere alle domande del pubblico ministero Mauro Masnaghetti. La notizia è stata riportata da Fanpage.it.

La vicenda risale alla notte del 5 luglio 2014, in un appartamento in via Michele Mercati, nel quartiere Parioli a Roma. La donna, una collaboratrice domestica ucraina che da qualche tempo lavorava nella casa di Claudio D’Alessio, ha raccontato agli agenti della Polizia di Stato di essere stata picchiata, minacciata e sbattuta fuori di casa in piena notte. L’ex colf sostiene di non aver ricevuto il pagamento degli stipendi arretrati, che l’uomo avrebbe dovuto versarle e che invece aveva mancato di fare. Un periodo da incubo, quello raccontato dalla 40enne, che sarebbe terminato con un’aggressione.

La donna si era presentata insieme al suo avvocato al commissariato di polizia di Fondi, in provincia di Latina. Stando alla sua versione dei fatti, quella sera lei stava dormendo nella soffitta della casa di Claudio D’Alessio, che all’epoca era legato viveva con l’ex consigliera regionale Nicole Minetti. La donna ha spiegato che i due stavano discutendo animatamente, quando lei ha deciso di andare da loro e chiedere di parlare più piano perché non riusciva a riposare. Da lì, la situazione sarebbe degenerata, con Claudio D’Alessio che avrebbe preso la donna a schiaffi e strattoni, l’avrebbe sbattuta al muro e poi fuori di casa in piena notte.

Diversa la versione dell’uomo, che invece asserisce di aver agito per legittima difesa perché la domestica voleva tirare addosso a lui e Nicole Minetti una sedia.

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