X
<
>

La Scala dei turchi deturpata con polvere da intonaco rossa

Condividi:
1 minuto per la lettura

Ignoti hanno deturpato con della polvere da intonaco di colore rosso la marna bianca della Scala dei Turchi a Realmonte (Agrigento), la bellissima falesia a picco sul mare meta di turisti e naturalisti da tutto il mondo e spesso sfondo delle avventure del Commissario Montalbano.

Il procuratore della Repubblica, Luigi Patronaggio, ha aperto un fascicolo di inchiesta per danneggiamento di beni avente valore paesaggistico e i carabinieri hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza.

La Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ha effettuato un sopralluogo sulla scogliera, candidata anche come patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. I tecnici hanno stabilito che per colorare di rosso la marna, è stata utilizzata polvere di ossido di ferro, un materiale che dovrebbe essere eliminato facilmente, come conferma il fatto che le onde del mare hanno già parzialmente ripulito la parte bassa. 

La Scala dei Turchi è stata al centro di un lungo contenzioso giudiziario, che aveva portato anche al sequestro del sito da parte della magistratura, tra il Comune di Realmonte e il proprietario di alcune particelle catastali, Ferdinando Sciabbarrà. Quest’ultimo di recente si è dichiarato disposto anche a cedere il bene a condizione che diventi una riserva naturale. Un’altra ipotesi è che la Scala dei Turchi venga acquisita direttamente al patrimonio della Regione “impegnata da qualche anno assieme ad altre istituzioni – come ha sottolineato il presidente Nello Musumeci -, nella tutela e nella salvaguardia dell’integrità di questo meraviglioso angolo della Sicilia”.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE