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Il ministero dell'Economia e delle Finanze

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I dati resi pubblici dalla commissione europea confermano il ruolo trainante dell’Italia il cui Pil cresce più di Francia e Germania

Cresce nel 2023 l’economia italiana, superando la media europea e lasciando ampiamente indietro gli altri principali paesi Ue: la Commissione europea, nelle sue previsioni di primavera, ha rivisto al rialzo il dato sulla crescita del Pil italiano, dallo 0,8% rilevato a febbraio all’1,2% – più dell’1% previsto dal governo nel Def -; +1,1% è la media dell’Eurozona (invece del +0,9% precedentemente stimato), mentre la Francia e la Germania si fermano, rispettivamente a +0,7% e +0,2%.

Un dato «incoraggiante, il più alto fra le grandi economie europee», sottolinea il commissario europeo all’Economia, Gentiloni, illustrando le stime della Commissione Ue a Bruxelles. Così da fanalino di coda di Eurolandia l’Italia si ritrova locomotiva, mettendo agli atti «una crescita del 12% in tre anni».

Mentre il Vecchio Continente sembrerebbe essersi “liberato” dallo spettro della recessione. «Complessivamente le prospettive dell’economia europea sono migliori del previsto. Abbiamo evitato una recessione in inverno e siamo orientati verso una crescita moderata quest’anno il prossimo», commenta Gentiloni. A ridimensionare gli entusiasmi arriva tuttavia la brusca frenata della produzione industriale che per l’Europa a 20, stima Eurostat, registra a marzo un calo del 4,1% (-3,6% nella Ue) su febbraio – quando era aumentata dell’1,5% nell’area dell’euro e dell’1,4% nell’Ue – e dell’1,4% su base annua (- 1,3% nella Ue), risultati peggiori delle attese che indicavano un calo del 2% a livello congiunturale e un incremento dell’1,3% a livello tendenziale.

Tornando in Italia, per il 2024 la crescita del Pil è vista in rallentamento all’1,1% – comunque con un ritocco all’insù rispetto all’1% delle previsioni d’inverno -, il dato più basso di tutta l’Eurozona che dovrebbe attestarsi all’1,6% (all’1,7% la Ue), mentre Francia e Germania dovrebbero raggiungere entrambe l’1,4%. «Il rallentamento che prevediamo per l’anno prossimo, diverso dalla proiezione del governo (+1,5%, ndr), dipende dal fatto che alcuni aspetti di politica espansiva che il governo considera non sono definiti nei loro contorni e che noi non possiamo tenerne conto», spiega Gentiloni. Poi, aggiunge, «c’è un livello di investimenti che noi prevediamo meno favorevole rispetto alle previsioni italiane, ma complessivamente penso che non possiamo dare una connotazione negativa a queste previsioni».

La «sfida» per l’Italia «è proseguire in questo corso positivo che ha portato l’economia italiana negli ultimi tre anni a crescere del 12%», sottolinea quindi Gentiloni, secondo cui «proseguire in questo percorso richiede sforzi costanti, prudenza nelle politiche di bilancio e pieno utilizzo dei fondi del Pnrr». Secondo i dati Eurostat a consuntivo per il 2021 e il 2022 e la previsione per il 2023 si arriva per la precisione al 12,3%.

La Commissione ha stimato in 2,5 punti di Pil il contributo delle risorse europee alla crescita del Pil tra il 2022 e il 2024, ovviamente assumendo il rispetto degli obiettivi e quindi delle erogazioni degli assegni Ue. In ballo c’è ancora la terza rata da 19 miliardi legata ai target e alle milestone del secondo semestre 2022. «Non mi concentrerei troppo sul fatto che possano esserci dei ritardi tecnici nella erogazione della terza rata», ritardi «che comunque stiamo lavorando per risolvere rapidamente», osserva Gentiloni. La priorità, sottolinea, è «il lavoro sulle modifiche, sugli aggiustamenti» del Piano su cui è impegnato il governo, «un lavoro su cui la Commissione è prontissima e flessibile, – assicura il commissario – e non aspetta altro che di potersi mettere a lavorare con le autorità italiane in questa prospettiva».

Nel capitolo italiano delle previsioni di primavera Bruxelles mette nero su bianco l’attesa di un progressivo calo dell’inflazione nel biennio: il tasso dovrebbe scendere al 6,1% quest’anno grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia, e diminuire ulteriormente al 2,9% nel 2024 (5,8% nel 2023 e 2,8% nel 2024 nell’area euro). In discesa anche il deficit che per quest’anno è stimato al 4,5% del Pil (era all’8% nel 2022) con un miglioramento nel 2024 al 3,7%. Sul fronte del debito pubblico nel 2023 la Ue stima un calo di 4 punti, che dal 144,4% del 2022 (comunque di oltre 10 punti inferiore al record del 2020 “pandemico”) quest’anno scenderebbe al 140,4%. Minimo miglioramento invece nel 2024, con un debito al 140,3%.

Paragrafo “occupazione”: dopo il balzo del 3,8% del 2022, la crescita nella Penisola dovrebbe attenuarsi ma proseguire con un più 0,8% quest’anno e più 0,6% il prossimo. In calo al 7,8% la disoccupazione, dall’8,1% del 2022, che nel 2024 dovrebbe arrivare al 7,7%.

Le stime della Commissione europea sulla crescita e l’occupazione in Italia dimostrano che lo scenario dell’economia è «diverso dal quadro che era stato presentato mesi fa, abbiamo invertito la tendenza», sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per cui questi risultati sono frutto «della politica fiscale messa in campo dal governo» e anche di «una coerente e significativa politica industriale»: così «è aumentata la fiducia delle imprese e dei lavoratori». «Ci aspettiamo che nella seconda metà dell’anno si possa fare di più e di meglio di quanto fatto nella prima metà dell’anno», afferma il ministro. «L’impegno del governo continua nel sostenere imprese e lavoratori favorendo il rilancio dell’Italia», commenta da Rotterdam il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


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